Presentato il volume “Pio X e il suo tempo”
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
“Pio X e il suo tempo”. E’ questo il titolo del volume, recentemente presentato a Roma, che raccoglie gli atti del Convegno internazionale, tenutosi a Treviso nel 2000, su San Pio X, elevato agli onori degli altari nel 1954. Sul pontificato di Pio X, vescovo di Roma dal 1903 al 1914, ascoltiamo il curatore dell’opera, il prof. Gianni La Bella, intervistato da Amedeo Lomonaco:
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L’idea di studiare questo pontificato è nata da una considerazione estremamente semplice, legata al fatto che la storiografia contemporanea ha considerato il pontificato di Pio X non tanto interessante, tra la grandezza del pontificato di Leone XIII e quello successivo di Benedetto XV. In realtà il pontificato di Pio X ha introdotto la Chiesa nella storia del Novecento.
Il contesto di Papa Pio X
D. – Qual è il contesto storico e sociale del clima ideologico in cui Papa Pio X operò le proprie scelte?
R. – Il clima che domina la cultura europea è quello della “fin de siècle”, caratterizzato dall’egemonia del liberismo in Europa e dall’imminente scoppio della Prima Guerra Mondiale. Il contesto è dunque molto complesso. Per capire il pontificato di Pio X, a mio giudizio, bisogna partire da una considerazione molto importante: Papa Pio X è il primo Papa che si trova in una condizione storica nuova, nell’esercizio della sua funzione pontificia, cioè quella di essere radicalmente privato in modo definitivo del potere temporale. Pio X quindi ridisegna la propria azione pastorale e il suo modo di governare la Chiesa a partire da questa nuova condizione storica, politica e culturale.
Bilancio del Pontificato di Pio X
D. – Volendo tracciare in definitiva un bilancio, quali sono i tratti peculiari del pontificato di Pio X?
R. – Sono legati, sostanzialmente, all’idea di una riforma interna della Chiesa. Il pontificato di Pio X ha permesso alla Chiesa di entrare nel ‘900 in modo libero da una serie di condizionamenti culturali, e storici legati all’Ottocento; in un certo senso ha permesso quell’opera di grande riforma che il suo successore, Benedetto XV, ha poi potuto realizzare.
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