50.mo di sacerdozio del card. Ruini
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Oltre al saluto particolare rivolto dal Papa al cardinale Ruini stamane, alla Messa, Giovanni Paolo II ha espresso la sua riconoscenza all’attuale vicario per la diocesi di Roma in occasione del 50. esimo di sacerdozio, con una lettera inviata ieri per i festeggiamenti organizzati dalla diocesi. Ha partecipato per noi Amedeo Lomonaco:
La Chiesa, il Papa, la famiglia: sono i riferimenti della vita pastorale del cardinale Ruini, per i quali il porporato ha espresso sentimenti di gratitudine:
“Il sentimento più forte e immediato è certamente quello della gratitudine per il dono di poter essere vicino ad un uomo così grande e così santo come il nostro Papa. Speciale gratitudine va ai miei genitori, alla diocesi di Reggio Emilia e alla parrocchia di Sassuolo, in cui sono stato generato alla fede ed è spuntata la mia vocazione”.
Il card. Ruini ai fedeli: amate la Chiesa
Il vicario del Papa per la diocesi di Roma ha poi esortato i fedeli ad amare la Chiesa e ad amare meglio l’arte della preghiera cristiana, l’arte di lasciare che Dio entri nella nostra vita per cambiarci e renderci più capaci di amare. Per questo giubileo sacerdotale, Giovanni Paolo II ha inviato al cardinale un prezioso calice, usato durante la celebrazione dell’Eucaristia, e un messaggio letto dal sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Leonardo Sandri.
Nella Lettera, il Papa ha espresso grande riconoscenza al porporato perché ha saputo alzare chiara e coraggiosa la voce in anni segnati da grandi cambiamenti sociali e culturali in Italia e nel mondo. La diocesi romana ha inoltre donato al cardinale un’antica statua di San Giuseppe, che è stata collocata nell’arcibasilica lateranense. Negli ultimi anni il porporato ha impegnato la Chiesa italiana su molteplici temi, quali il Progetto culturale dei cattolici nella società, il dialogo con i mondi secolari della scienza, dell’economia e della cultura e il rapporto tra antropologia e cristologia. Secondo il cardinale Ruini, la Chiesa italiana è chiamata ad inserirsi nella modernità senza rifiutarla in blocco. E’ questa una sfida da condurre in molteplici ambiti, come quelli della vita concreta, dell’impegno intellettuale e della santità, per promuovere un cristianesimo testimoniato e missionario.
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