Iraq: aumenta la violenza prima delle elezioni

0
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, i ribelli continuano a compiere azioni di sabotaggio in vista delle elezioni fissate per il prossimo 30 gennaio: a quattro giorni dal voto, diversi attentati hanno preso di mira seggi elettorali, partiti politici e forze della coalizione. Sull’importanza della consultazione per l’Iraq, è stato diffuso un documento dell’arcivescovo di Kirkuk, mons. Louis Sako. Nel testo, il presule sottolinea anche come “votare sia un dovere nazionale e religioso per contribuire alla nascita di uno Stato nuovo per tutti, capace di vivere e svilupparsi”. Sulla situazione in Iraq, il servizio di Amedeo Lomonaco:

A Kirkuk la deflagrazione di un ordigno contro una stazione di polizia ha causato la morte di tre poliziotti, due militari e due civili. A Ramadi un iracheno è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti in una sparatoria fra insorti e soldati della coalizione. Episodi di violenza si sono registrati anche a Tikrit, dove l’esplosione di una bomba ha provocato la morte di una persona. Ribelli hanno poi ucciso un soldato americano a nord di Bahdad. Sempre nei pressi della capitale, un ordigno è esploso al passaggio di un convoglio militare statunitense diretto all’aeroporto: quattro soldati sono rimasti feriti. Un elicottero americano, impegnato in un’azione contro la guerriglia nella zona occidentale del Paese, è precipitato, inoltre, nei pressi di Ar Rutbah, cittadina vicina al confine con la Giordania. La CNN ha riferito che sono morti 31 marines.

Proseguono anche gli attacchi contro le sedi di partiti politici

Ed in questo clima di alta tensione in vista della consultazione di domenica prossima, proseguono anche gli attacchi contro le sedi di partiti politici: a Baquba un commando di uomini armati ha aperto il fuoco negli uffici del partito comunista, dell’Unione patriottica del Kurdistan e dell’Alleanza irachena unita; un poliziotto è rimasto ucciso. Nel Paese arabo la guerriglia ha anche preso d’assalto e seriamente danneggiato due scuole dove si stanno preparando i seggi per il voto. A Mosul è stato trovato inoltre il video di tre iracheni, che lavoravano per la commissione elettorale, presi in ostaggio da un gruppo di guerriglieri. Il presidente della commissione elettorale irachena ha dichiarato, infine, che l’ex presidente Saddam Hussein e i suoi gerarchi detenuti nel Paese arabo hanno dritto di partecipare alle elezioni del 30 gennaio, ma non potranno farlo per ragioni logistiche.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *