700.mo del martirio di San Quirino
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Il cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria, ha presieduto giovedì scorso nell’isola croata di Krk la celebrazione per il 17.mo anniversario del martirio del vescovo San Quirino. Il presule è stato gettato nel 309, nel fiume Sava, con una pietra al collo per aver rifiutato di rinnegare la fede cristiana. La freschezza della sua testimonianza – ha sottolineato il porporato – contrasta con “i modelli rappresentati da coloro che oggi cercano di diventare popolari in tutte le maniere”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il cardinale Josip Bozanić, inviato speciale del Papa alle celebrazioni per il XVII centenario del martirio del vescovo San Quirino, ha sottolineato lo straordinario patrimonio di questa testimonianza: “Il martirio di Quirino – ha detto – è un’eredità viva da investire per l’oggi e il domani e non un libro di storia noioso e polveroso”. “E sempre possibile – ha aggiunto il porporato – essere donne e uomini di fede, radicati nella vita sociale”.
Persecuzione contro la Chiesa non solo nei primi secoli
Il porporato ha quindi affermato che “la persecuzione contro la Chiesa non appartiene solo ai primi secoli”. L’arcivescovo di Zagabria ha ricordato in particolare il cardinale Alojzije Stepinac, morto nel 1960 dopo sofferenze e vessazioni: durante gli anni del regime comunista ha sempre testimoniato con coraggio il Vangelo e l’unità della Chiesa.
Il cristianesimo non si cancella con la violenza
“I persecutori – ha affermato il cardinale Bozanić – non hanno mai l’ultima parola”, perché la fede non si può rinchiudere con le catene. “Prigioni, patiboli e plotoni d’esecuzione – ha spiegato – non hanno mai potuto uccidere la fede nel Verbo che si è fatto carne e ha fatto irruzione nella storia”. “Non può esistere sistema politico né persecuzione che riuscirà a eliminare la forza della Parola di Dio”. “La storia – ha osservato ancora il porporato – dovrebbe valere come lezione per quanti ancora oggi pensano di cancellare il cristianesimo a colpi di violenza”.
Agli attacchi rispondere con amore
L’inviato speciale del Papa ha infine denunciato gli attacchi alla famiglia: in Croazia “l’industria del divertimento, anche attraverso i canali di comunicazione, presenta ai giovani la vita familiare come un peso e una realtà ormai passata”. A questi attacchi – ha concluso il cardinale Bozanić – i cristiani devono rispondere con l’amore, mostrando con la loro stessa vita che “il matrimonio e la famiglia sono realtà aperte alla vita e alla società”.