Scontri in Afghanistan
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
L’Afghanistan continua ad essere sconvolto dalle violenze: in scontri, scoppiati tra ribelli e forze della coalizione nella provincia meridionale di Helmand, sono morte almeno 32 persone. Nello Stato asiatico, intanto, il Parlamento ha avvertito che deve essere impedito ad Abdul Rahman, il cittadino afghano liberato ieri dopo essere stato arrestato con l’accusa di apostasia, di lasciare il Paese. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il Parlamento di Kabul ha criticato la decisione della magistratura di liberare AbdulRahman, il cittadino afgano che rischiava la pena di morte per essersi convertito dall’Islam al Cristianesimo. L’Assemblea afghana ha anche esortato la promulgazione di un divieto che impedisca all’uomo di lasciare il Paese “impunemente”. “Per impedire la fuga di Rahman dall’Afghanistan – recita la mozione parlamentare – deve essere proibita la partenza” dell’uomo, attualmente sotto protezione in una località segreta dell’Afghanistan, Paese dove la legge islamica prevede la pena di morte per chi abbandona l’Islam. Rahman ha chiesto, inoltre, asilo politico all’estero e il ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, si è dichiarato pronto ad accogliere la sua richiesta.
Ancora attacchi di ribelli
Nello Stato asiatico, intanto, non si ferma l’ondata di attacchi dei ribelli: un gruppo di talebani ha attaccato le forze militari statunitensi nella turbolenta provincia meridionale di Helmand. Negli scontri sono morti almeno 32 ribelli, un soldato americano e un militare canadese. “Con l’arrivo della primavera, gli attacchi contro le forze della coalizione e l’esercito afghano diventano ancora più intensi”, ha dichiarato il portavoce dei fondamentalisti.
Usa pronti ad incrementare il loro contingente
Per far fronte a questa nuova offensiva da parte dei ribelli, gli Stati Uniti sembrano intenzionati ad aumentare la loro presenza in Afghanistan, fino a 18 mila soldati. Altri seimila militari saranno inviati da Gran Bretagna, Canada e Olanda.