Crisi in Kurdistan
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Al confine tra Turchia e Kurdistan iracheno prosegue l’invio di truppe e mezzi militari turchi, in vista di una eventuale, massiccia offensiva. Secondo l’esercito turco, sono almeno 64 i membri del Partito dei lavoratori curdi (PKK) uccisi nelle ultime settimane. Ad Ankara, intanto, si cerca di rendere ancora praticabile la strada della diplomazia per scongiurare un’offensiva su larga scala delle forze turche contro postazioni di guerriglieri curdi. Il nostro servizio:
I colloqui per cercare di evitare un intervento militare turco in Iraq sono stati interrotti dopo circa 90 minuti. Poco prima dell’incontro, il ministro della Difesa iracheno aveva dichiarato che avrebbe presentato “proposte concrete” per risolvere la crisi. Al termine della riunione, fonti della delegazione irachena hanno riferito che le trattative riprenderanno. E soprattutto hanno rivelato che sono stati raggiunti risultati positivi. Ma al momento, non è chiaro se i colloqui odierni abbiano fatto registrare reali progressi anche secondo Ankara.
La Turchia non tratta con le autorità del Kurdistan iracheno
Poco prima dell’incontro, fonti del governo turco avevano anche detto che sarebbe stata “l’ultima opportunità” a disposizione della diplomazia per impedire un’operazione militare nel Kurdistan iracheno. Secondo anticipazioni di stampa, la delegazione turca avrebbe chiesto al governo di Baghdad di eliminare, con l’appoggio di forze statunitensi, le basi del Partito dei lavoratori curdi dislocate nel nord Iraq. Da segnalare, poi, che la delegazione irachena comprende anche due alti rappresentanti del Partito Democratico del Kurdistan e dell’Unione patriottica del Kurdistan. La Turchia non ha riconosciuto, finora, questi partiti e si è sempre rifiutata di trattare con le autorità della regione del Kurdistan iracheno.
La questione dello sterminio armeno
Negli Stati Uniti intanto, il Congresso americano ha deciso di rinviare il voto sulla risoluzione che definisce con il termine di genocidio lo sterminio durante la Prima Guerra mondiale degli armeni da parte dei turco-ottomani. Secondo diversi osservatori, la decisione è frutto delle pressioni della Casa Bianca che teme di incrinare i rapporti con il governo di Ankara.
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By Levi Clancy [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], from Wikimedia Commons