Morti e violenze in Libano. Il governo accusa Hezbollah

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Beirut e il Libano continuano ad essere teatro di sanguinosi combattimenti tra esercito regolare e milizie Hezbollah. Nella capitale sei persone sono morte in seguito a violenze scoppiate nel corso di un funerale sunnita. Sul versante politico, il premier Fuad Siniora ha assicurato alla popolazione di Beirut che il Libano “non cadrà nelle mani di coloro che stanno attuando un colpo di Stato”. Il primo ministro ha anche aggiunto che l’esercito interverrà a Beirut per restaurare l’ordine. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

In Libano si intrecciano notizie di drammatici scontri con accorati appelli per la pace: è salito ad almeno 29 morti il bilancio dei combattimenti tra Hezbollah e soldati. A Beirut sono previste oggi due manifestazioni per chiedere la fine delle violenze e il ritorno alla normalità. Ma la situazione resta tesa: la parte occidentale della capitale, presidiata ieri da uomini del movimento sciita, è adesso sotto il controllo dell’esercito.

Accuse del governo contro Hezbollah

Sul versante politico, il governo libanese ha accusato il movimento Hezbollah di aver messo in atto un colpo di Stato contro la Costituzione e le risoluzioni dell’ONU. L’Unione Europea ha poi manifestato pieno appoggio al governo del Libano e al suo primo ministro. Gli Stati Uniti condannano inoltre il ricorso alla violenza da parte dei gruppi armati illegittimi e chiedono alle parti in causa di rispettare lo stato di diritto.

Crisi in Libano

Ma, soprattutto, l’amministrazione americana esorta Iran e Siria a porre fine all’appoggio agli Hezbollah. La crisi nel Paese dei Cedri si è innescata nei giorni scorsi quando il governo libanese ha ordinato la chiusura della rete di telecomunicazioni gestita dagli Hezbollah e rimosso il capo della sicurezza dell’aeroporto di Beirut, ritenuto vicino al movimento sciita.

Foto:

By Frode Bjorshol [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons

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