© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

La situazione di Haiti all’indomani del terremoto è catastrofica: si teme che siano migliaia i morti. Moltissimi gli edifici rasi al suolo: i senza tetto non si contano. All’udienza generale Benedetto XVI ha lanciato un accorato appello alla solidarietà internazionale. Nel sisma – riferisce la Misna – avrebbe perso la vita anche l’arcivescovo di Port-au-Prince, Serge Miot. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

La terra ha cominciato a tremare alle 16.53 locali. La prima scossa è durata più di un minuto. Nelle successive tre ore si sono susseguite altre otto scosse. La capitale Port-au-Prince, abitata da oltre due milioni di persone, sembra oggi una città devastata dalla guerra. Numerosi palazzi, diversi alberghi e grandi edifici sono crollati come cartapesta provocando migliaia di morti e di dispersi. L’agenzia missionaria Misna riferisce che sarebbe stato ritrovato tra le macerie il corpo senza vita di mons. Serge Miot, arcivescovo di Port-au-Prince. Sarebbe morto anche il capo della missione di pace delle Nazioni Unite, il tunisino Hedi Hannabi. Tra le vittime anche 12 caschi blu dell’Onu.

Appello del Papa

Sono stati seriamente danneggiati il Parlamento, il Palazzo presidenziale e la cattedrale. All’udienza generale il Papa ha lanciato un appello per la drammatica situazione in cui si trova Haiti rivolgendo il proprio pensiero alla popolazione del Paese caraibico:

“Invito tutti ad unirsi alla mia preghiera al Signore per le vittime di questa catastrofe e per coloro che ne piangono la scomparsa. Mi appello alla generosità di tutti, affinché non si faccia mancare a questi fratelli e sorelle che vivono un momento di necessità e di dolore, la nostra concreta solidarietà e il fattivo sostegno della Comunità Internazionale. La Chiesa Cattolica non mancherà di attivarsi immediatamente tramite le sue Istituzioni caritative per venire incontro ai bisogni più immediati della popolazione”.

Testimonianza di Elie Lafortune

Nel Paese più povero dell’intero continente americano le scosse hanno seminato morte e disperazione e una nuvola di polvere grigia ha avvolto la capitale. Dopo il devastante terremoto è poi calata la notte. Migliaia di persone, temendo nuove scosse, si sono riversate nelle strade. In molti scavano con le mani tra le macerie nella speranza di trovare persone ancora in vita. Il pianto della gente si è intrecciato con le urla di gioia dei familiari dei primi superstiti tratti in salvo. Ecco la drammatica testimonianza di Elie Lafortune, responsabile dell’Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale (Usaid) a Port-au-Prince, raccolta da Rcf, Radio Chrétiennes en France:

R. – Haïti peut-être n’a jamais connue des catastrophes de ce genre …
“Credo che Haiti non abbia mai conosciuto catastrofi di questo genere. Ero a Port-au-Prince, nel centro della città. Ho visto le macerie cadere davanti a me, ho visto gente sotto le macerie, sotto le macchine … sono crollati molti edifici, perfino il Palazzo nazionale, chiese, scuole … è veramente terribile! E poi i bambini: ho visto cose terribili! E nessuno ha potuto aiutare nessuno, perché tutti erano sotto shock perché di punto in bianco sono arrivate due-tre scosse e poi … è stato veramente, veramente incredibile! Tutti correvano, nessuno riusciva a dare una mano all’altro, se non cercare di capire se si potesse ancora salvare qualcuno… temo che non sapremo mai il numero esatto delle vittime”.

Molte persone sotto le macerie

“Ora la primissima necessità è proprio tentare di liberare le persone rimaste sotto le macerie, tentare di salvare i bambini i cui genitori forse sono morti. E’ necessario il sostegno umanitario, che dovrà essere mantenuto, soprattutto quello medico. Dopo, ci sarà la fame … Adesso le persone, pregano, ovunque, e piangono. Tutto questo potrà degenerare rapidamente se non si darà da mangiare a questa gente che ha fame… E’ veramente il disastro” …

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