Il Papa apre Porta Santa a Bangui
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Non a Roma ma a Bangui, in una delle tante periferie del mondo e con alcuni giorni di anticipo rispetto alla Chiesa universale, Papa Francesco ha inaugurato, nella Repubblica Centrafricana, il Giubileo della Misericordia. Il Santo Padre ha aperto la Porta Santa e poi è entrato per primo nella Cattedrale di Bangui, dove ha celebrato la Messa. Nel corso della liturgia, il Pontefice ha scambiato il segno della pace con l’imam di Bangui e il rappresentante locale degli evangelici. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
“Bangui diviene la capitale la spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa terra. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore”.
Con queste parole Papa Francesco ha aperto la Porta Santa nella cattedrale di Bangui. Il Pontefice ha chiesto amore e pace anche nella lingua locale.
Dio guarisce l’uomo
Ha “il sapore dell’amore” l’apertura della Porta Santa nella Repubblica Centrafricana, cuore dell’Africa afflitto da una sanguinosa guerra civile, non di religione, alimentata da odio e da violenze. E’ un popolo, quello abbracciato dal Papa, lacerato da una disperazione che ad alcuni non concede “nemmeno la forza di agire”. Quello che resta – afferma il Papa – è solo l’attesa di un’elemosina nella speranza di ricevere cibo, giustizia e bontà. Ma la forza e la potenza di Dio – ricorda il Santo Padre – “guariscono l’uomo, lo fanno rialzare e lo rendono capace di cominciare una nuova vita passando all’altra riva”:
“Dobbiamo perciò essere consapevoli che questo passaggio all’altra riva non si può fare se non con Lui, liberandoci dalle concezioni della famiglia e del sangue che dividono, per costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, aperta a tutti, che si prende cura di coloro che hanno più bisogno”.
Siate testimoni dell’infinita misericordia del Padre
Per costruire questa Chiesa le fondamenta – osserva Francesco – sono la prossimità e lo spirito di comunione:
“Non è prima di tutto una questione di mezzi finanziari; basta in realtà condividere la vita del popolo di Dio, rendendo ragione della speranza che è in noi (cfr 1 Pt 3,15), essendo testimoni dell’infinita misericordia di Dio”.
Il Signore avrà l’ultima parola
L’amore per i nemici – afferma Papa Francesco – “premunisce contro la tentazione della vendetta e contro la spirale delle rappresaglie senza fine”. Il Signore è amore e i cristiani – aggiunge – “sono chiamati a dare testimonianza di questo Dio” soprattutto dove regnano violenza, odio, ingiustizia e persecuzione. “La potenza dell’amore non arretra davanti a nulla”. Il Signore è più forte di tutto e anche quando le forze del male si scatenano – spiega il Santo Padre – “Dio avrà l’ultima parola”. “E questa parola sarà d’amore”. Quindi si rivolge a quanti alimentano guerre e violenze:
“A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace”.
Si incarni il cuore di Dio
Il Pontefice si rivolge infine ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai laici impegnati ad annunciare il Vangelo nella Repubblica Centrafricana. In questo Paese dal nome così suggestivo, chiamato a scoprire “il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono”, la vocazione – conclude – è di incarnare “il cuore di Dio”.