Nuovi scontri nell’est Ucraina
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Si continua a combattere, nonostante la tregua, nelle regioni orientali dell’Ucraina dove a causa di nuovi scontri sono morte nelle ultime ore almeno 9 persone, tra cui 7 civili. La Commissione europea esorta le parti coinvolte nel conflitto ad osservare il cessate il fuoco e a prendere misure necessarie per proteggere i civili. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
E’ triplice il fronte che rende sempre più incerto lo scenario dell’Ucraina: l’instabilità politica dopo la rivoluzione del 2014, la crisi economica con sullo sfondo lo spettro del default e soprattutto il conflitto che finora, nella parte orientale del Paese, ha provocato oltre 6.800 vittime. La fragile tregua, siglata lo scorso febbraio a Minsk, è continuamente interrotta. Gli ultimi scontri, avvenuti ieri tra esercito ucraino e separatisti, hanno nuovamente scosso Mariupol, importante centro portuale sul Mar Nero, e la città di Donetsk. Ai combattimenti è subito seguito il reciproco scambio di accuse: secondo l’esecutivo ucraino, i ribelli ricevono il sostegno di Mosca. Per il governo russo, invece, sono i soldati ucraini a violare il cessate il fuoco. Fulvio Scaglione, vice-direttore di Famiglia Cristiana esperto dell’area ex sovietica:
R. – Purtroppo, da quando gli accordi di Minsk sono stati firmati, si è entrati in una situazione di non pace e di non guerra che continua a fare molte vittime, soprattutto appunto tra i civili, come è successo anche in queste ore. Ci sono anche degli opposti estremismi che si confrontano, sia da parte di Kiev sia da parte di Mosca, per non parlare poi dei vari comandanti locali che solo in parte rispondono poi alle direttive dei governi di riferimento. Non dobbiamo dimenticare che sul lato ucraino, per esempio, ci sono milizie, battaglioni che sono finanziati da singole persone, da singoli oligarchi e più o meno altrettanto sul fronte russo.
Crisi economica e conflitto
D. – Sul conflitto quanto pesa la crisi economica che affligge sia la Russia sia l’Ucraina?
R. – Il momento economico, secondo me, pesa poco sul lato russo e tanto su quello ucraino. Poco sul lato russo perché la questione del Donbass è stata una delle grandi armi propagandistiche che hanno permesso a Putin di “vendere” la situazione agli elettori russi. La popolarità di Putin è altissima, è cresciuta addirittura da quando ha annesso la Crimea e, comunque, ha fatto sentire le istanze della Russia nella situazione del Donbass. Sul fronte ucraino, al contrario, l’inasprimento della situazione nel Donbass è uno dei sistemi per accreditarsi nei confronti dei grandi protettori internazionali, soprattutto degli Usa, come Paese minacciato e, quindi, come Paese che ha bisogno di un’assistenza senza ‘se’ e senza ‘ma’.
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By OSCE Special Monitoring Mission to Ukraine [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons