Card. Ranjith: i cristiani morti a Pasqua sono come santi
Amedeo Lomonaco – Colombo (Sri Lanka)
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Intervista a Colombo, nella sede dell’arcivescovado, con il cardinale Albert Malcom Ranjith Patabendige Don ad un mese dagli attacchi in Sri Lanka
Lo Sri Lanka si appresta a vivere una giornata scandita dalla preghiera e dal ricordo. Domani 21 maggio si ricorderà in tutto il Paese, e in particolare nelle chiese, la drammatica giornata di un mese fa, quando una serie di attacchi kamikaze ha provocato, nel giorno della Santa Pasqua, la morte di almeno 253 persone. La comunità locale vive questo momento nella preghiera ed è unita nella fede.
Domani forse, ha detto il cardinale Albert Malcom Ranjith Patabendige Don, arcivescovo di Colombo, riapriranno le scuole cattoliche. In altre chiese le celebrazioni religiose si svolgono, tra ingenti misure di sicurezza, con il pensiero e la preghiera rivolti sempre alle vittime dello scorso 21 aprile. Ai nostri microfoni il suo ricordo personale delle tante vittime di quel giorno:
“In Sri Lanka questi giovani tornati dalla Siria hanno scelto di suicidarsi e di togliere la vita. Sono diventati strumenti del diavolo. Gli attentati e le vittime, ha detto il cardinale, sono anche frutto di allarmi sottovalutati. Il governo ora cerca di migliorare la sicurezza e di aiutare nella ricostruzione delle chiese. Le parole del Papa su quanto accaduto in Sri Lanka, ha concluso il porporato, ci commuovono. Siamo veramente grati a Francesco”.