Messaggio ai buddisti per la festa di Vesakh
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Questa vostra gioiosa e pacifica festa contribuisce a rafforzare i legami di amicizia già esistenti e a crearne di nuovi tra buddisti e cristiani. E’ quanto scrive il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, l’arcivescovo Michael Fitzgerald, nel suo messaggio inviato ai buddisti in occasione della celebrazione di Vesakh che commemora la nascita, l’illuminazione e la morte del Buddha.
Nel suo messaggio, il presule sottolinea l’importanza dei bambini, visti come “l’archetipo di ogni essere vivente”. Con la semplicità e la purezza di cuore, con la sincerità e la spontaneità, con lo stupore e la fiducia – afferma l’arcivescovo – i bambini possono essere di esempio per tutti coloro che cercano di essere sinceramente religiosi. “Ma in quanto piccoli e vulnerabili – aggiunge – hanno bisogno di essere protetti, amati ed educati”.
Oggi tanti bambini nel nostro mondo sono infatti privati, in diversa misura, di una famiglia stabile: “vi sono bambini – spiega mons. Fitzgerald – che sono stati costretti a sopportare il trauma causato dai litigi fra i genitori o dalla disgregazione della famiglia e vi sono anche dei piccoli che sono stati duramente colpiti dalla violenza degli adulti attraverso gli abusi sessuali, la prostituzione, l’arruolamento, la costrizione all’accattonaggio ed il coinvolgimento nella vendita e nell’uso di droghe”.
Noi cristiani e buddisti – conclude l’arcivescovo – non possiamo chiudere gli occhi di fronte a queste tragiche situazioni e dobbiamo mobilitare tutte le nostre forze e risorse per alleviare le sofferenze dei bambini ed in special modo di quelli che vivono nei Paesi più poveri.
La festa di Vesakh, che quest’anno cade il prossimo 4 maggio, prevede numerose manifestazioni: in una di queste, particolarmente suggestiva, vengono liberati gli uccelli in gabbia a significare la liberazione delle anime prigioniere.
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