Giornata mondiale senza tabacco

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Lo stato di dipendenza causato dalla nicotina, l’alterata azione dei muscoli e del cervello provocato dal monossido di carbonio ed il rischio di cancro per il deposito di catrame nei bronchi e nei polmoni. Sono alcuni dei drammatici effetti provocati dalle sostanze tossiche, irritanti e cancerogene che assorbe il corpo di un fumatore. Per denunciare questo nocivo impatto del fumo sulla salute si celebra, oggi, la Giornata mondiale senza tabacco promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità. Sul tema dell’iniziativa, incentrato sul controllo del tabacco e la povertà, ascoltiamo il direttore tecnico dell’Oms Europa, Roberto Bertollini, intervistato da Amedeo Lomonaco:

 

Il tema scelto quest’anno è di particolare importanza e possiamo riassumerne gli elementi fondamentali in quattro punti. Innanzi tutto, il tabagismo è ormai un fenomeno molto più diffuso nei Paesi in via di sviluppo, dove si concentra il maggior numero di fumatori. Secondo punto: all’interno di ogni società, anche di quelle sviluppate, l’abitudine al fumo è ormai più frequente tra coloro che hanno condizioni sociali ed economiche più precarie. In terzo luogo, la componente di salario che viene utilizzata per comprare le sigarette, specialmente nelle famiglie più povere, è una percentuale considerevole che va sottraendo risorse ad altre spese importanti, come quelle per l’educazione e l’alimentazione.

Per i contadini scarsi redditi derivanti dal tabacco

Il quarto elemento è quello che caratterizza una delle argomentazioni più frequentemente addotte nei confronti delle campagne dirette contro il tabagismo, secondo cui i contadini privati della coltura del tabacco verrebbero privati di una possibile attività economica. Ma i contadini che coltivano il tabacco sono quelli che ricevono la percentuale più bassa dei redditi derivanti dal tabacco.

Popolazioni più vulnerabili

D. – Perché le persone più povere tendono ad usare i prodotti del tabacco più di coloro che vivono negli Stati più ricchi?

 Queste popolazioni sono più vulnerabili ai messaggi seduttivi della pubblicità e anche alle massicce campagne che si sono verificate e che si stanno verificando ad opera delle multinazionali. E’ una popolazione a cui i messaggi di prevenzione e di informazione giungono con maggiore difficoltà.

Fumo e povertà

D. – Numerosi studi dimostrano che coltivazione e consumo di tabacco fanno aumentare la povertà e diminuire le risorse nazionali, determinando ogni anno circa 5 milioni di morti. Come arginare questa catastrofe?

 Noi abbiamo provato, negli ultimi anni, a far approvare un accordo internazionale, approvato nel maggio dell’anno scorso, che prevede una serie di misure a cui tutti i Paesi dovranno accedere, per poter consentire alla comunità della sanità pubblica internazionale di agire contro la minaccia globale legata al fenomeno del tabagismo.

Il diritto all’aria pulita

D. – Il diritto delle persone all’aria pulita nei luoghi chiusi, la prevenzione e l’informazione, la lotta al contrabbando, il controllo della pubblicità, le politiche fiscali e quelle dei prezzi. Quali altri strumenti è necessario utilizzare per affrontare l’emergenza tabacco?

Abbiamo due priorità: da un lato quella di impedire alla gente di assumere l’abitudine, ma dall’altro abbiamo il problema di far smettere coloro che già fumano. Su questo secondo, fondamentale problema è molto importante enfatizzare il ruolo non solo dell’informazione, ma anche quello della classe medica e degli operatori sanitari in generale.

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Nel 2005 il numero di fumatori nel mondo supererà il miliardo e mezzo. Per quanto riguarda l’Italia, i fumatori costituiscono attualmente il 26,2 per cento della popolazione adulta, la percentuale più bassa registrata negli ultimi 47 anni e accompagnata, per la prima volta negli ultimi 20 anni, da una diminuzione della vendita di sigarette.

 

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