Consacrazione a Maria, una preghiera per preparare i cuori alla pace

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Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Il Papa compirà domani l’atto di consacrazione nella Basilica Vaticana dinanzi alla statua della Madonna di Fatima giunta dal Santuario di San Vittorino Romano. Il rettore, padre Silvano Porta: la preghiera darà la forza a ai popoli di Russia e Ucraina di risorgere dal tempo della sofferenza.

L’ atto di Consacrazione al Cuore immacolato di Maria, che verrà presieduto nella giornata del 25 marzo da Papa Francesco nella Basilica di San Pietro, è preceduto in tutto il mondo da momenti penitenziali e di preghiera. Lo stesso atto sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio. È questo un tempo vissuto in particolare con grande gioia nel Santuario di Nostra Signora di Fatima a San Vittorino Romano, come spiega il rettore padre Silvano Porta.

Come si sta vivendo nel Santuario a San Vittorino Romano questo tempo di preparazione prima dell’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria?

Con grande gioia perché la nostra statua della Madonna di Fatima, da 50 anni nel Santuario a San Vittorino, sarà quella presso la quale il Papa consacrerà l’Ucraina e la Russia. La statua è partita oggi dal Santuario per raggiungere il Vaticano. Sarà domani esposta alla venerazione e il Papa, davanti a questa statua, presiederà l’atto di consacrazione. È una bellissima immagine. Guardatela bene nel volto: è un po’ triste, o meglio mesta, perché apparve così a Fatima. Ha il capo un po’ chinato. Però è anche sorridente perché sparge su di noi la grazia del Signore.

Cosa si intende per atto di consacrazione?

Consacrare, affidare una nazione, vuol dire dare a Maria le anime, le gioie e i dolori di un popolo perché siano portati a Cristo affinché il Figlio chieda al Padre la fine della guerra e la pace nel mondo. E in particolare, questa volta, la fine delle sofferenze di due popoli, quello ucraino e quello russo. Sono due popoli che stanno soffrendo: soffrono anche i russi che hanno i loro figli che muoiono in guerra.

Sul Cuore Immacolato di Maria suor Lucia racconta: Il 10 dicembre 1925 mi apparve la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulla spalla e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse: “Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strappargliele”. E la Vergine Maria aggiunge: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa’ sapere questo: A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario, e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte”. Questo è ciò che Lucia racconta sulla devozione al Cuore Immacolato di Maria. Una devozione già del 1800 ma che qui viene espressa in modo definitivo nell’apparizione della Vergine.

Cosa lega la Madonna di Fatima alla Russia?

La Madonna aveva chiesto, durante le apparizioni, che fosse consacrata la Russia. Siamo nel tempo del bolscevismo, nel tempo in cui la Russia, dopo la deposizione dello zar e la grande rivoluzione, si allontana dalla fede.

Quale significato ha per il mondo questa preghiera corale, questo atto di consacrazione?

Si affidano due nazioni perché siano portate al Cuore di Maria. Ci si domanda: se dopo la consacrazione non si giunge alla pace, la nostra preghiera è persa? Non è assolutamente così. Dobbiamo ricordare, come ha scritto Benedetto XVI, che nessuna preghiera va perduta. La preghiera, essendo azione di grazie, va nel grande tesoro della Misericordia di Dio. Il Signore non vuole la guerra. L’uomo deve lottare contro la guerra. Quindi la preghiera darà la forza a questi due popoli di risorgere dal tempo della sofferenza e al mondo di capire che non si può vivere con la guerra. Il Papa lo ha gridato: che i venti di guerra si trasformino in tempi di pace. La preghiera preparerà il cuore degli ucraini a portare il peso della sofferenza, preparerà il cuore dei russi e il mondo dovrà capire, come ha scritto Papa Francesco, che dobbiamo essere tutti fratelli.

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