© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Una realtà preziosa della Chiesa in Italia, chiamata a costruire ponti in una società dove c’è l’abitudine ad alzare muri. E’ questo il ritratto del mondo Agesci delineato da Papa Francesco rivolgendosi stamani, in piazza San Pietro, ad oltre 80 mila scout rappresentanti dell’Associazione guide e scout cattolici italiani. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

Lo scoutismo – ha detto il Papa in un clima di festa davanti a migliaia di scout – offre “un contributo importante alle famiglie per la loro missione educativa”. Poi una premessa, con l’esortazione a non vantarsi, ha preceduto lo speciale ringraziamento del Pontefice:

“Vi dirò una cosa – ma non vantatevi! -: voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Grazie!”

Non sia tradita la fiducia delle famiglie

I genitori affidano i loro figli all’Agesci – ha aggiunto il Santo Padre – perché il metodo scout, basato “su grandi valori umani”, educa alla libertà nella responsabilità”:

“Questa fiducia delle famiglie non va delusa! E anche quella della Chiesa: vi auguro di sentirvi sempre parte della grande Comunità cristiana”.

Scoutismo e religione, due mondi interconnessi

Ma cosa c’entra – ha poi chiesto Papa Francesco – la religione con questo movimento educativo? Il Pontefice ha ricordato la risposta data da Lord Baden Powell, fondatore dello scoutismo:

“Egli rispose che la religione non ha bisogno di ‘entrarci’, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del Movimento scout e un lato non… L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo servizio. E questo l’ha detto nell’anno ’26”.

L’impegno dell’Agesci nell’educazione alla fede

Nel panorama delle associazioni scout, l’Agesci è tra quelle “che investono di più nel campo della spiritualità e dell’educazione alla fede”:

“Ma c’è ancora tanto da lavorare, perché tutte le comunità-capi ne comprendano  l’importanza e ne traggano le conseguenze”.

Costruttori di ponti

L’Agesci – ha spiegato il Pontefice – può portare “un nuovo fervore evangelizzatore” nella Chiesa e “una nuova capacità di dialogo con la società”:

“Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti”.

Non accontentarsi di una presenza decorativa

I singoli gruppi – ha infine auspicato il Papa – “non perdano il contatto con la parrocchia del luogo dove hanno la loro sede”:

“Siete chiamati a trovare il modo di integrarvi nella pastorale della Chiesa particolare, stabilendo rapporti di stima e collaborazione ad ogni livello, con i vostri vescovi, con i parroci e gli altri sacerdoti, con gli educatori e i membri delle altre associazioni ecclesiali presenti in parrocchia e nello stesso territorio, e non accontentarvi di una presenza “decorativa” alla domenica o nelle grandi circostanze”.

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