Il Papa: pace nel cuore quando Dio ci perdona
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La Riconciliazione è un “dono dello Spirito Santo”. “Solo se ci lasciamo riconciliare nel Signore Gesù col padre e con i fratelli, possiamo essere veramente nella pace”. E’ quanto ha sottolineato stamani, durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, Papa Francesco incentrando la catechesi sul Sacramento della Riconciliazione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il perdono dei peccati – ha detto Papa Francesco – non è “frutto dei nostri sforzi”, ma “dono dello Spirito Santo” che ci guarisce:
“Il perdono dei nostri peccati non è qualcosa che possiamo darci noi. Io non posso dire: mi perdono i peccati. Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù”.
Il perdono dei peccati porta la pace
Quando riceviamo il perdono dei peccati, possiamo veramente “essere nella pace”:
“E questo lo abbiamo sentito tutti nel cuore quando andiamo a confessarci, con un peso nell’anima, un po’ di tristezza; e quando riceviamo il perdono di Gesù siamo in pace, con quella pace dell’anima tanto bella che soltanto Gesù può dare, soltanto Lui”.
Non basta chiedere perdono al Signore nella propria mente
E “il luogo in cui si rende presente lo Spirito” – ha aggiunto il Santo Padre – è la comunità cristiana:
“Ecco allora perché non basta chiedere perdono al Signore nella propria mente e nel proprio cuore, ma è necessario confessare umilmente e fiduciosamente i propri peccati al ministro della Chiesa”.
Il sacerdote rappresenta tutta la comunità
“Nella celebrazione di questo Sacramento, il sacerdote non rappresenta soltanto Dio”…
“…ma tutta la comunità, che si riconosce nella fragilità di ogni suo membro, che ascolta commossa il suo pentimento, che si riconcilia con lui, che lo rincuora e lo accompagna nel cammino di conversione e di maturazione umana e cristiana”.
Non confessarsi solo con Dio
Il Papa ha anche ricordato che è necessario rivolgersi al sacerdote, non confessarsi solo con Dio:
“Uno può dire: io mi confesso soltanto con Dio. Sì, tu puoi dire a Dio “perdonami”, e dire i tuoi peccati, ma i nostri peccati sono anche contro i fratelli, contro la Chiesa. Per questo è necessario chiedere perdono alla Chiesa, ai fratelli, nella persona del sacerdote”.
Anche la vergogna è buona
Accostandosi al Sacramento della Riconciliazione, anche la vergogna è salutare:
“Anche la vergogna è buona, è salute avere un po’ di vergogna… La vergogna fa bene, perché ci fa più umili, e il sacerdote riceve con amore e con tenerezza questa confessione e in nome di Dio perdona”.
Non temere la confessione
Non bisogna avere paura della confessione:
“E’ buono parlare con il fratello e dire al sacerdote queste cose, che sono tanto pesanti nel mio cuore. E uno sente che si sfoga davanti a Dio, con la Chiesa, con il fratello. Non avere paura della Confessione! Uno, quando è in coda per confessarsi, sente tutte queste cose, anche la vergogna, ma poi quando finisce la Confessione esce libero, grande, bello, perdonato, felice”.
Sii coraggioso e confessati
Quindi, il Santo Padre ha rivolto ad ognuno una domanda:
“Quando è stata l’ultima volta che ti sei confessato, che ti sei confessata? Sono due giorni, due settimane, due anni, vent’anni, quarant’anni? E se è passato tanto tempo, non perdere un giorno di più, vai, che il sacerdote sarà buono. E’ Gesù lì, e Gesù è più buono dei preti, Gesù ti riceve, ti riceve con tanto amore. Sii coraggioso e vai alla Confessione!”.
L’abbraccio del Padre
Celebrare il Sacramento della Riconciliazione – ha affermato infine il Papa – significa essere avvolti nell’abbraccio caloroso “dell’infinita misericordia del Padre”:
“Ogni volta che noi ci confessiamo, Dio ci abbraccia, Dio fa festa! Andiamo avanti su questa strada. Che Dio vi benedica!”.
Saluti dopo la catechesi
Dopo la catechesi, il Pontefice ha salutato i partecipanti al Simposio “Sacrosanctum Concilium, gratitudine e impegno, per un grande movimento di comunione ecclesiale”, accompagnati dal cardinale Antonio Cañizares Llovera, prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e quanti compongono l’Assemblea plenaria della Pontificia Accademia della Vita, nel ventennale della sua fondazione. Il Papa ha poi rivolto il suo saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, rivolgendosi ai partecipanti al Convegno dell’Opera Romana Pellegrinaggi, in occasione degli ottant’anni di fondazione, ha augurato “un sempre proficuo impegno a servizio di quanti si fanno pellegrini verso i luoghi della fede”.