Crisi di governo in Italia
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Crisi di governo in Italia: dopo le dimissioni di ieri del premier Berlusconi, il presidente Ciampi ha avviato stamani le consultazioni incontrando i presidenti di Camera e Senato, Casini e Pera. A partire dalle 17, Ciampi incontrerà le delegazioni del centrosinistra. Dopo le 19 è previsto invece l’arrivo al Quirinale dei gruppi di centrodestra. Nel futuro politico italiano si prospettano adesso due opzioni: o una maggioranza ricostituita o le elezioni anticipate. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il secondo governo presieduto dal premier Silvio Berlusconi, il più lungo della storia della Repubblica italiana, è durato 1.422 giorni. Il primo ministro ha rassegnato ieri sera le dimissioni al presidente Ciampi aprendo formalmente la crisi di governo. Il capo di Stato italiano ha avviato questa mattina, alle 9.30, le consultazioni per la formazione del nuovo esecutivo incontrando i presidenti di Camera e Senato. Nel centrodestra si lavora per trovare un’intesa e formare un nuovo governo.
Esclusi esecutivi tecnici o istituzionali
Uscendo dal Quirinale il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha detto che non ci sarà alcun spazio per esecutivi tecnici o istituzionali: o verrà confermata l’attuale maggioranza, oppure si andrà alle elezioni. “Rispetto ad un galleggiamento, preferiamo anticipare l’appuntamento con le urne”, ha dichiarato successivamente il ministro per le Politiche agricole Giovanni Alemanno. Berlusconi ha parlato di tempi brevi per la composizione della nuova compagine governativa e attende l’incarico per rilanciare il suo governo fino alla scadenza della legislatura.
Tra i nodi da sciogliere il dicastero delle Riforme
In realtà, come ammettono gli stretti collaboratori del premier, il raggiungimento di un’intesa tra i partiti del centrodestra è minato da almeno due punti cruciali da sciogliere: la scelta del nuovo ministro per il dicastero delle Riforme, che la Lega non vuole cedere, e l’eventuale coinvolgimento del segretario dell’UDC, Marco Follini, nell’esecutivo. Le reazioni di maggioranza e opposizione alle dimissioni di Berlusconi sono state convergenti: Follini ha parlato di “gesto apprezzabile”, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini ha detto che la decisione del premier è “ottima”. Per il leader dell’Unione Romano Prodi le dimissioni costituiscono “un atto dovuto”.