Bush: gli Usa non partiranno dall’Iraq
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Gli Stati Uniti non partiranno dall’Iraq e avranno successo nella loro missione nel Paese arabo: è quanto ha assicurato, ieri, il presidente americano, George Bush, in una conferenza stampa tenutasi nei giardini della Casa Bianca. “Non ho alcun dubbio – ha detto Bush – sul fatto che avremo successo in Iraq e sapremo porre le fondamenta della pace per le generazioni future”. Nel Paese arabo, intanto, l’Assemblea di Baghdad ha fatto marcia indietro sulla modifica delle norme per il referendum sulla Costituzione del prossimo 15 ottobre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il Parlamento iracheno ha accolto la richiesta dell’ONU e ha annullato le modifiche elettorali approvate domenica scorsa. Dopo questa decisione, basterà che in tre delle 18 province irachene i due terzi dei “votanti”, e non più degli “aventi diritto al voto”, si pronuncino contro per bocciare la Costituzione. La controversa modifica introdotta domenica era stata criticata dalle Nazioni Unite e dai sunniti che avevano giudicato inammissibile il cambio delle regole elettorali pochi giorni prima del referendum.
In Iraq varata legge che introduce pena di morte
Alcuni deputati si sono pronunciati contro l’odierna decisione, che ha reintrodotto la maggioranza dei votanti, sottolineando come, in questo modo, una minoranza di sunniti potrebbe imporre la sua volontà alla maggioranza del Paese. Il Parlamento iracheno ha varato, inoltre, una legge che introduce la pena di morte per chi è coinvolto in atti terroristici. La normativa configura otto nuovi reati e definisce terroristico “qualsiasi atto criminale deliberato o volontario contro la sicurezza e la stabilità dello Stato e contro le persone”. Il ministro dell’Interno iracheno ha nuovamente criticato, poi, l’Arabia Saudita, accusandola di discriminare le donne e gli sciiti. “Vogliamo libertà e democrazia in tutta la nazione araba”, ha detto il ministro iracheno precisando che “quattro milioni di sciiti vivono come cittadini di terza classe nel regno saudita”.
Vasta operazione usa contro la guerriglia
Nell’ovest del Paese arabo si è conclusa, intanto, una vasta operazione delle truppe americane contro basi della guerriglia e del terrorismo. Più di 50 ribelli e almeno 5 soldati statunitensi sono rimasti uccisi durante l’offensiva. Un sito islamico ha reso noto, infine, che sarebbe stato assassinato un leader di un gruppo estremista. Si tratta di un emiro, Othman, uno dei primi mujaheddin in Iraq che aveva minacciato di usare armi chimiche contro le truppe americane e le forze governative irachene.