Referendum in Brasile su commercio armi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

Vittoria del no in Brasile al referendum per la proibizione del commercio delle armi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

In Brasile il referendum per la proibizione del commercio delle armi è stato respinto. Il fronte del ‘no’ ha ottenuto quasi il 64 per cento delle preferenze mentre quello del ‘sì’ ha conquistato solo il 36 per cento. La popolazione brasiliana ha dunque scelto, in larga maggioranza, di poter continuare a comprare armi da fuoco, nonostante la mobilitazione del governo, della Chiesa e di molte organizzazioni sociali. Il referendum, il primo nel mondo su questo argomento, ha fatto registrare la maggiore partecipazione di sempre con il voto elettronico. L’affluenza complessiva è stata alta: hanno votato più di 120 milioni di persone.

No del presidente Lula alla vendita

Il presidente brasiliano Lula da Silva, che si è sempre schierato contro la vendita delle armi, ha detto che la consultazione costituisce, comunque, una vittoria della democrazia. “La Chiesa – ha detto inoltre l’arcivescovo di San Paolo, cardinale Cláudio Hummes – si è pronunciata contro la vendita e il commercio delle armi e continuerà sempre ovviamente a lottare contro la violenza. “Non si tratta soltanto del commercio delle armi: la violenza, infatti, ha molte cause profonde”, ha aggiunto il porporato. Le armi – ha spiegato il cardinale – sono una forma che va combattuta perché facilitano la violenza, ma è chiaro che coloro che le possiedono non riescono a difendersi veramente.

In Brasile tasso di criminalità tra i più alti al mondo

Soffrono, invece, ancora più la violenza perché hanno in mano le armi”. Il tasso di criminalità del Brasile è uno dei più alti al mondo: sono, in particolare, circa 40 mila i morti all’anno per colpi di arma da fuoco. Con 21 persone uccise ogni 100 mila abitanti e con una vittima ogni 15 minuti, il Paese è secondo solo al Venezuela nella statistica fornita dall’UNESCO sulle vittime di armi da fuoco.

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