Territori: palestinesi alle urne
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
I palestinesi saranno chiamati, domani, a rinnovare il Parlamento. Più di un milione e mezzo di elettori sono attesi all’appuntamento con le urne per scegliere, per i prossimi 4 anni, i 132 deputati dell’Assemblea nazionale. Potranno votare solo i palestinesi residenti in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est. Non parteciperanno invece alla consultazione circa 4 milioni di profughi. In vista della consultazione, diversi gruppi estremisti palestinesi si sono impegnati, inoltre, a rispettare la tregua. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
I partiti in lizza sono molti ma per la vittoria sembrano poter concorrere solo due formazioni: lo schieramento fondato da Yasser Arafat, “Al Fatah”, dato per favorito dai sondaggi, e il gruppo fondamentalista “Hamas”, riconosciuto come organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti ed Unione Europea. Sul piano regionale, il confronto politico si concentra sulla guerra in Iraq, sui rapporti tra Siria e Libano e tra Iran e Occidente. Sul fronte interno, lo scontro sembra ruotare, invece, intorno alle accuse di corruzione che coinvolgerebbero l’attuale classe dirigente palestinese. Ma tra queste divisioni emergono anche alcune aperture.
Ipotesi di negoziato
Al Fatah sottolinea, ad esempio, l’alto valore democratico della consultazione e la piena libertà della popolazione palestinese nel decidere sul futuro dei Territori e sul processo di pace. Hamas, per la prima volta in corsa per le legislative, cerca di definire, invece, la sua nuova dimensione politica e avanza, perfino, l’ipotesi di un negoziato con Israele attraverso mediatori. Osservatori particolarmente interessati a questa contesa sono, ovviamente, la comunità internazionale e lo Stato ebraico, in attesa delle parlamentari del 28 marzo. Israele e Stati Uniti sperano in una vittoria di Al Fatah e bocciano l’ipotesi di un riconoscimento di un governo con all’interno i ministri di Hamas.
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