Prosegue offensiva israeliana in Libano
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Si estende, in Libano, il fronte delle azioni militari dello Stato ebraico: Israele ha sferrato attacchi in varie zone del Paese. I miliziani Hezbollah hanno risposto lanciando centinaia di razzi contro il nord dello Stato ebraico. Le azioni di oggi hanno provocato complessivamente, nei due Paesi, almeno 17 morti. Intanto, il partito siriano ‘Baath’ ha assicurato il proprio sostegno al Libano e ai guerriglieri sciiti. Gli Hezbollah hanno annunciato, poi, di essere pronti ad “una guerra totale”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Continua senza sosta l’offensiva israeliana in Libano: l’aviazione dello Stato ebraico ha compiuto, stamani, numerosi raid nel nord e nel sud del Paese, dove gli attacchi hanno provocato la morte di almeno 15 civili. Elicotteri israeliani hanno colpito ponti, stazioni di carburante, edifici e strade in varie località. Oltre ad aver pesantemente danneggiato diverse infrastrutture, i bombardamenti hanno anche inferto un altro duro colpo all’economia libanese: i turisti e i residenti occidentali hanno cominciato ad evacuare il Paese. Ma le vie di fuga sono precarie e vulnerabili: è stata attaccata anche l’area del valico di Masnaa, al confine tra Libano e Siria, sulla strada che collega direttamente Beirut con Damasco. Con dei volantini sono stati avvertiti, poi, gli abitanti di un villaggio sciita ad abbandonare le loro case. La capitale Beirut, teatro oggi di un nuovo bombardamento, è una città fantasma.
Razzi nel nord di Israele
La zona sciita, roccaforte degli Hezbollah, è isolata: le vie di accesso sono inagibili, spesso manca la luce e le reti telefoniche cominciano a saltare. Sull’altro fronte, un centinaio di razzi lanciati dal sud del Libano hanno raggiunto il nord di Israele, uccidendo almeno due persone. Alcuni razzi hanno raggiunto anche la città di Tiberiade, in Galilea. L’esercito israeliano ha confermato, inoltre, il ritrovamento dei corpi di due dei 4 marinai dati per dispersi, ieri sera, dopo un attacco missilistico condotto da miliziani contro la loro nave, al largo delle coste del Libano. Sul versante politico, un nuovo grave segnale arriva dalla Siria: il partito siriano ‘Baath’ ha espresso, con un comunicato, il proprio appoggio al Libano e al movimento degli Hezbollah. Secondo il quotidiano arabo ‘Al Ayat’, Israele avrebbe dato alla Siria un ultimatum di tre giorni per far terminare gli attacchi dei guerriglieri sciiti. In caso contrario – sostiene il quotidiano che cita fonti del Pentagono – lo Stato ebraico “lancerà un’offensiva dalle conseguenze disastrose”.
Le condizioni di Israele
In Israele, intanto, il premier, Ehud Olmert, ha indicato le condizioni per un possibile cessate il fuoco: la liberazione dei due soldati israeliani rapiti da combattenti Hezbollah, la fine del lancio di razzi contro lo Stato ebraico ed il disarmo dei guerriglieri sciiti. Il governo israeliano ha nuovamente minacciato, poi, di uccidere il capo del movimento degli Hezbollah, Hassan Nasrallah. Ieri sera, il leader sciita parlando alla televisione del suo movimento, ha dichiarato che gli Hezbollah sono pronti per una “guerra totale da Haifa e al di là di Haifa”. Attacchi israeliani continuano, infine, a sconvolgere anche la Striscia di Gaza: almeno due palestinesi sono morti nel corso di un raid a Gaza. Ieri, aerei dello Stato ebraico avevano colpito anche il ministero dell’Economia palestinese, senza fortunatamente provocare vittime.
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By Israel Defense Forces (Karakal Winter Training) [CC BY 2.0 (https://creativecommons.org/licenses/by/2.0)], via Wikimedia Commons