Migranti: tensione al confine greco-macedone
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Giornata di tensione sul fronte dell’immigrazione, soprattutto lungo il confine tra Grecia e Macedonia. Centinaia di migranti sono riusciti a sfondare un tratto della barriera. In Francia, intanto, è iniziato lo sgombero della parte meridionale del campo profughi a Calais. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La forza della disperazione è più forte dei lacrimogeni e del filo spinato. Centinaia di migranti, tra cui molte donne e bambini, hanno varcato il confine tra Grecia e Macedonia. Attualmente, sono oltre 20 mila gli immigrati bloccati in territorio greco. Slovenia, Croazia, Serbia e Macedonia hanno imposto un limite agli ingressi. Giro di vite anche dell’Austria, che ha introdotto un tetto giornaliero di ottanta richiedenti asilo. L’effetto imbottigliamento sembra destinato a peggiorare. Secondo il governo ellenico, il prossimo mese il numero di migranti “intrappolati” in Grecia aumenterà superando quota 70 mila.
Il nodo Calais
Un altro fronte caldo è quello di Calais, in Francia, dove è iniziato lo sgombero di una parte del campo profughi, la cosiddetta “giungla”, dove si sono accampati migliaia di migranti. Sul versante politico la cancelliera tedesca, Angela Merke,l ha dichiarato che il tetto limite dei profughi non è la soluzione. L’importante, ha detto, è “tenere insieme l’Europa e mostrare umanità”.
E’ arrivato stamani in Italia, all’aeroporto romano di Fiumicino, il primo cospicuo gruppo di profughi siriani grazie al progetto dei “corridoi umanitari” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, dalla Federazione delle Chiese Evangeliche e dalla Tavola Valdese. E’ una iniziativa ecumenica per consentire a profughi e rifugiati di lasciare terre martoriate da conflitti, evitando pericolosi e drammatici viaggi della disperazione. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo:
R. – Vorrei sottolineare questo valore ecumenico. Ringrazio ancora le comunità protestanti in Italia per il grande contributo che stanno dando alla realizzazione di questo progetto. È un progetto della misericordia: nell’Anno Santo oggi apriamo una sorta di Porta Santa qui in Italia, a Roma, per accogliere tante persone che altrimenti si sarebbero imbarcate nei viaggi della morte. Noi siamo molto felici che queste persone siano arrivate in tutta sicurezza in Italia e soprattutto che siano accolte e integrate dai cittadini del nostro Paese che sono molto felici di compiere un atto di solidarietà.
Progetti e integrazione
D. – Oggi, con questo primo corridoio umanitario sono arrivate 24 famiglie: 93 persone in tutto, tra cui 41 minori, che hanno ottenuto un visto umanitario. Ognuna delle storie di queste famiglie è segnata da sofferenza, da dolore, ma ora anche da speranza. E non è solo accoglienza. C’è un progetto integrale che li attende…
R. – Sì, perché la nostra idea è che queste persone debbano integrarsi e non debbano certo rimanere ai margini della società. Quindi, immediatamente frequenteranno le scuole gratuite di lingua e cultura italiana e poi, pian piano, dei corsi di formazione e di avviamento al lavoro. I bambini saranno iscritti a scuola. E poi dopo, quando otterranno il permesso di soggiorno, decideranno se il loro futuro sarà in Italia o da qualche altra parte in Europa. O con la pace – speriamo – potranno tornare anche in Siria.
Il dramma dei migranti in Grecia
D. – Prosegue intanto il dramma di decine di migliaia di migranti bloccati in Grecia in attesa di varcare il confine. Sono necessarie, come ha chiesto il Papa, risposte urgenti…
R. – Non dobbiamo mai dimenticare che ognuna di queste persone porta con sé una storia di sofferenza, di umiliazioni – perché la guerra è una grande umiliazione dell’uomo e della donna – e soprattutto non dobbiamo mai dimenticare quanti minori, quanti bambini, sono tra loro. La voce del Papa è la voce dei poveri, degli ultimi, e le istituzioni hanno il dovere morale di ascoltarla.