Iraq: attacchi ribelli a Baghdad

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Iraq, almeno 36 persone sono morte in seguito a nuovi attentati condotti da ribelli a Baghdad, a nord della capitale, a Ramadi e a Tikrit. Il premier iracheno, Nouri al Maliki, ha condannato inoltre l’attacco di ieri in un quartiere sciita di Baghdad, costato la vita a decine di persone, e ha chiesto la collaborazione della popolazione per garantire maggiore sicurezza. Ma la situazione nella capitale e nel resto del Paese continua ad essere drammatica. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Il terrorismo continua a scuotere l’Iraq nonostante il piano per la sicurezza avviato quattro giorni fa: in una città sunnita a nord di Baghdad sono rimasti uccisi 7 civili in seguito ad un attentato kamikaze. Due attentatori suicidi si sono poi fatti saltare in aria a Ramadi, nella turbolenta provincia di Al Anbar, provocando 11 morti. Sono poi 7 le vittime di due attentati a Tikrit. Violenze anche a Baghdad, dove in un quartiere centrale della capitale, almeno 7 persone sono morte per l’esplosione di un ordigno a bordo di un autobus. Altri 4 civili sono rimasti uccisi per un attacco nel sud di Baghdad.

Baghdad: ancora violenze

Dopo la strage di ieri al mercato, che ha provocato almeno 60 morti, la capitale irachena torna quindi ad essere sconvolta da attacchi e violenze. Sabato scorso il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, in visita a sorpresa a Baghdad, aveva sottolineato il netto miglioramento della situazione nella capitale. Ma i ribelli sono tornati a colpire ed il maggiore presidio da parte di soldati americani e iracheni non sembra in grado di garantire un’adeguata cornice di sicurezza. A preoccupare l’amministrazione americana non sono poi solo le azioni terroristiche ma anche l’intenzione dei democratici di non far avanzare il piano proposto dal presidente Geroge Bush per l’Iraq.

Critiche negli Usa al piano di Bush per l’Iraq

Il partito democratico ha annunciato infatti che cercherà di far ridimensionare i poteri di guerra del capo della Casa Bianca, riesaminando la risoluzione che nel 2002 ha permesso l’uso della forza contro l’Iraq di Saddam Hussein. Sarà cruciale poi il voto alla Camera, dove nelle prossime settimane verrà messa all’ordine del giorno la richiesta di 93 miliardi di dollari aggiuntivi per finanziare la guerra in Iraq.

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