Afghanistan: si teme per la sorte di due cooperanti francesi

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

In Afghanistan, proseguono le operazioni di ricerca dei due cooperanti francesi di un’organizzazione non governativa sequestrati insieme con tre afghani. Sul loro rapimento emergono, intanto, nuovi particolari. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

Dopo la conferma ufficiale del rapimento e la rivendicazione del sequestro da parte di un gruppo di talebani, è arrivata anche la notizia del trasferimento degli ostaggi nella provincia di Helmand. Un portavoce dei talebani ha anche riferito che gli ostaggi sono “in buone condizioni di salute”. Era da martedì scorso che non si avevano più notizie dei due cooperanti francesi e dei tre afghani. Fonti locali hanno precisato che il rapimento è avvenuto in una regione desertica scarsamente popolata che si trova tra l’Iran e la provincia di Helmand, la zona meridionale roccaforte dei talebani in cui viene prodotta la maggior parte dell’oppio dell’Afghanistan.

Appello di Gino Strada

In questa stessa area era stato rapito, lo scorso 5 marzo, l’inviato del quotidiano “La Repubblica”, Daniele Mastrogiacomo, insieme con l’autista, ucciso dai talebani, e l’interprete ancora tenuto in ostaggio. I rapitori dell’interprete, che chiedono la liberazione di due guerriglieri in cambio del rilascio del suo rilascio, hanno fissato per lunedì prossimo l’ultimatum. Il fondatore dell’organizzazione umanitaria ‘Emergency’, Gino Strada, ha lanciato un accorato appello chiedendo di risparmiare la vita al cittadino afghano. Gino Strada ha anche chiesto la liberazione di un suo collaboratore, arrestato dagli agenti afghani dopo aver mediato per il rilascio del reporter italiano. Sul ruolo assunto dal governo italiano nella vicenda ‘Mastrogiacomo’ il presidente afghano, Hamid Karzai, ha dichiarato intanto che l’esecutivo di Kabul ha ricevuto pressioni da Roma per la liberazione dei cinque talebani in cambio del rilascio del giornalista italiano. Karzai ha anche ammesso, ieri, di aver incontrato alcuni rappresentanti dei talebani per discutere di nuove, possibili iniziative di pace.

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