Ambiente e conflitti armati: ancora tante le ferite inferte alla Casa comune
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Si celebra oggi la Giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in tempo di guerra e in situazioni di conflitto armato. Un’occasione per ricordare che la protezione delle risorse naturali è la migliore strategia per il mantenimento della pace.
Non sono solo soldati e civili le vittime delle guerre. La drammatica eredità dei conflitti armati non è legata solo a città distrutte e a moltitudini di dispersi. Una vittima che spesso viene dimenticata è l’ambiente, sempre più spesso devastato da operazioni militari che possono lasciare profonde e indelebili cicatrici. Per ricordare questa grave ferita si celebra oggi la Giornata, indetta dall’Onu, per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di guerra e conflitto armato.
Ferite ancora aperte
Sono molteplici i danni a lungo termine, per la salute di milioni di persone, provocati dallo sfruttamento dell’ambiente nelle guerre: parti del territorio del Belgio e della Francia soffrono ancora della contaminazione di metalli pesanti utilizzati nelle armi della prima guerra mondiale. Decenni di conflitti in Afghanistan hanno inoltre distrutto più della metà delle foreste del Paese. In Colombia e nella Repubblica Democratica del Congo decenni di guerra hanno distrutto interi ecosistemi.
L’ambiente usato come un’arma
L’ambiente è usato anche come arma complementare: durante la seconda guerra mondiale, ad esempio, sono stati fatti esondare dei corsi d’acqua per bloccare l’avanzata degli eserciti. In Vietnam sono state eliminate intere foreste con agenti chimici per stanare combattenti nemici. Anche i relitti di conflitti armati continuano a mietere vittime: plastiche e idrocarburi con le piogge e sbalzi di temperature si disperdono avvelenando ambienti e esseri viventi. Ancora oggi per conseguire vantaggi militari, vengono inquinati pozzi d’acqua, bruciati raccolti, avvelenati terreni.
Il Papa: equilibri naturali minacciati da nuove armi
“La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente”. Lo ricorda Papa Francesco nella lettera enciclica Laudato Si’ aggiungendo che di fronte all’esaurimento di alcune risorse, è prevedibile “si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni”.
“La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente e alla ricchezza culturale dei popoli, e i rischi diventano enormi quando si pensa alle armi nucleari e a quelle biologiche. Infatti nonostante che accordi internazionali proibiscano la guerra chimica, batteriologica e biologica, sta di fatto che nei laboratori continua la ricerca per lo sviluppo di nuove armi offensive, capaci di alterare gli equilibri naturali. (Dalla lettera enciclica Laudato si’ di Papa Francesco)”.
Ambiente e pace
Lo scopo dell’odierna Giornata è quello di sensibilizzare la società sugli effetti dannosi prodotti dalla guerra e dai conflitti armati sull’ambiente. L’Agenda 2030 dell’Onu riconosce esplicitamente che “lo sviluppo sostenibile non può essere realizzato senza la pace e la sicurezza”. Per le Nazioni Unite la protezione dell’ambiente deve essere una delle priorità delle più ampie strategie tese alla prevenzione di conflitti e al mantenimento della pace. Non si può infatti garantire una pace duratura se vengono distrutte risorse naturali e compromessi gli equilibri di territori ed ecosistemi.