Asia Bibi arrivata in Canada
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Asia Bibi, la donna condannata a morte nel 2010 per blasfemia e assolta da questa accusa nel 2018, è partita dal Pakistan ed è arrivata in Canada. Ad annunciarlo l’avvocato della donna, Saif ul Malook. Intervista con Paul Bhatti, fratello del ministro pakistano ucciso da estremisti islamici.
Quello di oggi, per Asia Bibi, è l’epilogo di una vicenda iniziata nel giugno del 2009 con l’arresto. Ma la giornata odierna è strettamente legata anche ad un’altra data: quella del 2 marzo del 2011. È il giorno in cui Shabaz Bhatti viene ucciso da estremisti islamici. Il ministro pakistano per le minoranze religiose, cattolico, paga con la vita il suo impegno in difesa delle minoranze e dei cristiani vittime di ingiustizie. Tra le persone difese strenuamente da Shabaz Bhatti c’è anche Asia Bibi. L’epilogo della vicenda di Asia Bibi – sottolinea Paul Bhatti, fratello del ministro pakistano ucciso nel 2011 – è “una grande soddisfazione” perché “ha vinto la verità”. Ascolta l’intervista a Paul Bhatti:
R. – È una notizia che ha dato una grande soddisfazione a tutti noi, anche se eravamo convinti che questa sarebbe stata la conclusione, sin da quando Asia Bibi è stata rilasciata. Siamo rimasti continuamente in contatto con le autorità canadesi e con quelle pakistane. Ci avevano assicurato che questa sarebbe stata la conclusione. E tutti speravamo in questa conclusione. Tutti l’abbiamo desiderata, sia per Asia Bibi sia per i suoi figli. E anche per tutti noi che abbiamo combattuto in questi anni per salvare Asia Bibi e per lanciare un messaggio al mondo. La verità ha vinto. Questa è una grande soddisfazione per noi.
Una grande soddisfazione e anche l’epilogo atteso di una vicenda che si trascina da molti anni. Asia Bibi era stata condannata a morte nel 2010. Come è stata accolta in Pakistan la notizia della sua partenza per il Canada?
R. – In Pakistan, la maggior parte della gente è contenta. Sono contente tutte le persone che credono che la blasfemia sia contraria alla loro religione. Una gran parte della gente che è moderata è contenta del fatto che Asia Bibi sia stata dichiarata innocente. Questa sua innocenza significa anche rispettare la loro religione.
È stata fatta giustizia e si sono anche di nuovo intrecciate le storie di suo fratello, Shahbaz, con quella di Asia Bibi…
R. – Certamente, queste storie sono molto legate. Shahbaz ha difeso non solo Asia Bibi ma molti altri vittime di ingiustizie. Shahbaz non solo ha dichiarato l’innocenza di Asia Bibi. È anche andato in prigione per incontrarla ed è arrivato fino al punto di sfidare gli estremisti. Poi è stato vittima di questo estremismo. Oggi si vede il frutto di questo suo impegno. Vince la giustizia, in Pakistan c’è giustizia. Per quanto riguarda il Canada Stephen Harper, l’ex primo ministro, ha dichiarato di avere un debito con mio fratello: quello di parlare per quelle persone che non possono farlo. Ed il governo canadese difende le persone più deboli del Pakistan. Quando Asia Bibi è stata rilasciata, le autorità canadesi ci hanno contattato per dirci che erano dalla nostra parte e che sarebbe stato fatto tutto il necessario. Perciò anche loro sono soddisfatti: anche in Canada ci sono tanti musulmani, cristiani ed immigrati che hanno accolto con grande entusiasmo e soddisfazione la notizia.