Card Sako: il Sinodo è una scuola
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Alla conferenza stampa, a conclusione dei lavori sulla seconda parte dell’Instrumentum laboris della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, è intervenuto tra gli altri il cardinale Sako: “La Chiesa – ha dichiarato – è uscita dal palazzo, è molto vicina e solidale con il mondo”.
“Come Chiesa siamo abituati ad un linguaggio tradizionale”, ma oggi “bisogna trovare un altro linguaggio che sia comprensibile per i giovani”. Così il cardinale Louis Raphaël I Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei e Capo del Sinodo della Chiesa Caldea, intervenendo oggi alla conferenza stampa nella Sala Stampa della Santa Sede.
Il Sinodo è una scuola
Il Sinodo – ha osservato il cardinale Sako – è una scuola dove abbiamo imparato molto e i circoli minori sono, in particolare, una straordinaria esperienza di dialogo che “aiuterà a cambiare la pastorale”. “Il Sinodo – ha spiegato inoltre il porporato – non è un Parlamento politico”. “E’ importante cosa portiamo ai nostri giovani”, ascoltare le loro speranze e paure. “La Chiesa – ha dichiarato – è uscita dal palazzo, è molto vicina e solidale con il mondo”.
Aiutare i cristiani a restare in Medio Oriente
Riferendosi alla guerra in Siria, il Patriarca di Babilonia dei Caldei ha sottolineato che “bisogna incoraggiare i cristiani a rimanere sul posto, aiutarli ad avere un lavoro, a riparare le loro case”. Il governo americano, ha aggiunto, finora ha fatto promesse, annunci. Come esempio di progresso nel dialogo tra cristiani e musulmani, il cardinale Sako ha inoltre ricordato che negli anni scorsi “nelle moschee, il venerdì, c’era un discorso contro i cristiani e gli ebrei”. “Ora è una cosa rara”.
Il Sinodo è un manuale per la vita
Il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha sottolineato che ogni bambino ha bisogno di “un manuale per la vita” affinché possa trovare il proprio posto nella società. “Il Sinodo – ha detto – fa parte di un lavoro che può aiutare i giovani a mettere insieme il loro manuale per la vita”. “Noi – ha aggiunto – chiediamo ai giovani di ascoltare”.
La piaga della droga
Mons. Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, in Brasile, ha ricordato che c’è una piaga che affligge molti giovani in Sudamerica: è il dramma della droga. In Brasile – ha detto – “ci sono settori e forze politiche che vogliono la liberalizzazione di alcuni tipi di droga. E la società non si impegna per accompagnare queste persone. Sono residui, i crocifissi di oggi che la società ha difficoltà a guardare”. La Chiesa in Sudamerica è impegnata, in questo ambito, in un lavoro straordinario e sta cercando di aiutare i giovani ad uscire dal tunnel della droga. Ma “sono tantissime le famiglie che vivono questa realtà difficile”.
Protagonisti, non spettatori
Suor María Luisa Berzosa González, direttrice di “Fe y alegría”, in Spagna, ha affermato che questa è la sua prima esperienza al Sinodo: “Mi sono sentita coinvolta perché voglio difendere la Chiesa da dentro e non essere una spettatrice”. “La Chiesa – ha aggiunto – sia più presente come popolo di Dio non solo come gerarchia”. Suor María Luisa Berzosa González ha anche auspicato che alle prossime Assemblee sinodali possa partecipare un maggior numero di donne. “Sono felice – ha concluso – che gli abusi vengono fuori, dobbiamo purificarci. Ma questo mi fa anche soffrire: anche nella mia Congregazione ci sono stati momenti difficili”.
Redazione del documento finale
Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, ha ricordato i temi che hanno scandito la giornata odierna. Grande spazio è stato dato al fenomeno delle migrazioni e tra le proposte emerse c’è stata quella di “creare una rete di parrocchie in tutto il mondo”. “Le parrocchie non bastano più ai giovani, che sono abituati alla connettività senza confini”. Paolo Ruffini ha anche ricordato che “si sta riunendo la Commissione per la redazione del documento finale”. Ci sarà una redazione provvisoria del documento, ha detto, che poi sarà discussa in Aula, dove “si potranno proporre modifiche, suggerimenti”. Il documento finale “sarà letto integralmente nell’ultima giornata del Sinodo e poi sarà votato punto per punto”.
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