Cei: non si spengano i riflettori sull’Afghanistan, no alla logica dei respingimenti
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Lo scenario nazionale italiano e quello internazionale sono al centro del comunicato finale dei lavori della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente. A margine della conferenza stampa per la presentazione del documento, monsignor Erio Castellucci ha ricordato l’importanza di un confronto politico “anche duro, ma sempre rispettoso delle persone”.
Cammino sinodale, situazione in Afghanistan, la tragedia dei morti sul lavoro e le piaghe dell’aborto e dell’eutanasia. Sono questi alcuni dei temi al centro dei lavori della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente, svoltasi a Roma dal 27 al 29 settembre. Nel comunicato finale, presentato in conferenza stampa dal segretario generale, monsignor Stefano Russo, e dal vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Erio Castellucci, si ricorda innanzitutto che il principale obiettivo dell’incontro era un confronto “sul Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia”. A questo cammino sarà anche dedicata l’Assemblea Generale Straordinaria, in programma a Roma dal 22 al 25 novembre del 2021.
Cammino sinodale
Nel documento, illustrato anche on line attraverso il canale Youtube della Chiesa cattolica italiana, si sottolinea che Papa Francesco è intervenuto in diverse occasioni sulla sinodalità delineandone “ragioni, finalità e modalità di fondo”. E lo ha fatto insistendo “sull’ascolto dal basso, attraverso la consultazione capillare del popolo di Dio, per intercettarne il senso di fede, in un dialogo costante con il magistero”. Il Consiglio episcopale permanente ha confermato “la scelta di assumere il primo anno del Sinodo universale, che partirà dalle singole diocesi, come primo anno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia”. Ha poi approvato “un messaggio ai presbiteri, ai diaconi, alle consacrate e consacrati e agli operatori pastorali, che offre una lettura spirituale dell’esperienza sinodale, e una lettera alle donne e agli uomini di buona volontà, che invita a sentirsi partecipi del percorso”. Nel cammino sinodale, ha detto durante la conferenza stampa monsignor Erio Castellucci, è importante coinvolgere tutti, anche quanti si sentono ai margini o al di fuori dell’esperienza ecclesiale. Rispondendo alla domanda di una giornalista sulla possibilità di prevedere “programmi pastorali anche per comunità Lgbt”, il presule ha sottolineato che il cammino inizia con “gruppi aperti a tutti”.
Non si chiudono le porte a nessuno. Il Consiglio permanente auspica che in tutti i gruppi ci siano varie componenti, anche persone che, per vari motivi, non si sentono parte attiva della comunità o si sentono fuori. Il documento preparatorio del Sinodo generale dice di essere particolarmente attenti ai poveri, alle persone emarginate e di lasciare ampia parola alle donne e ai giovani perché a volte sono più difficilmente raggiungibili dalle nostre comunità cristiane. Non si parte quindi con dei gruppi targati. Si parte con dei gruppi aperti a tutti. Non ci saranno porte chiuse per nessuno.
Non spegnere i riflettori sull’Afghanistan
Nel comunicato finale dei lavori della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente si sottolinea inoltre che non è mancato “uno sguardo sulla situazione nazionale e internazionale, in particolare sul dramma della popolazione afghana”. “La situazione in Afghanistan – si sottolinea nel documento – rimane drammatica e incerta anche se i riflettori sul Paese si sono quasi spenti”. “Lo sforzo messo in campo dalle nostre comunità per l’accoglienza e la protezione internazionale degli afghani arrivati con i numerosi ponti aerei – si ricorda nel documento – è stato esemplare, così come lodevole è stata la risposta da parte delle diverse forze politiche”. La Chiesa in Italia, che si è resa subito disponibile a supportare tale impegno, “si augura che la stessa sollecitudine abbracci anche gli afgani che nei prossimi mesi si metteranno in cammino per raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica e il Mediterraneo”. Ogni respingimento infatti “negherebbe un diritto fondamentale del popolo afgano, che scappa da guerra e violenza”. L’auspicio, hanno sottolineato i vescovi, è che “il diritto alla protezione internazionale sia tutelato non solo per gli afghani ma anche per gli uomini e le donne in fuga da 70 Paesi, che arrivano via terra e via mare sia in Italia che in Europa”.
Disaffezione alla politica
Riferendosi allo scenario italiano, monsignor Erio Castellucci, a margine della conferenza stampa, ha detto che “non si può fare politica aggredendo” ma “ragionando e ponendo sul tavolo delle questioni vere”. Nella sfera politica si deve recuperare “il confronto, anche duro, ma sempre rispettoso delle persone, delle idee altrui”. “Il fatto che ci sia una grande disaffezione soprattutto dei giovani alla politica – ha affermato – forse è dovuto anche alla mancanza di prospettive progettuali che vadano oltre al consenso elettorale”. Rispondendo poi ad una domanda sul prossimo appuntamento elettorale delle amministrative in Italia, monsignor Castellucci ha espresso un auspicio: “Io spero – ha detto – che ci sia una reazione positiva, un dire, rimbocchiamoci le maniche, un riprenderci la voce, la voce degli elettori è soprattutto lo strumento del voto e provare davvero a costruire”. Forse dai giovani “verrà una nuova stagione politica”. Durante la conferenza stampa è stato anche ribadito che la politica non deve dimenticare “chi ha meno risorse”, Monsignor Russo ha indicato in particolare la necessità di aprire lo sguardo “ai più poveri”.
Aborto ed eutanasia derive nichiliste
Nel corso dei lavori sono risuonate le parole di Papa Francesco che, nel discorso rivolto all’Assemblea Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita, “è tornato a denunciare con forza la cultura dello scarto che accomuna bambini e anziani”. All’aborto si affianca infatti “la tendenza a mettere da parte le persone anziane, spesso vittime di quella eutanasia nascosta che consiste in cure non adeguate”. Aiutare a morire, hanno ribadito i vescovi, “non è una conquista di civiltà né di libertà, ma una pericolosa affermazione della deriva efficientista e nichilista che serpeggia nella società”. “L’inquietudine per la prospettiva di un referendum – si legge nel comunicato – impegna maggiormente a rivolgere l’attenzione verso coloro che manifestano consapevolmente degli interrogativi sul senso del vivere e del morire, soprattutto in questo tempo di smarrimento: la Chiesa intende farsene carico affinché le loro domande trovino persone e comunità capaci di ascoltarne le cause profonde, spesso rintracciabili in una malattia senza apparente via di uscita. Solo grazie all’ascolto, infatti, potranno scaturire quell’accompagnamento e quell’aiuto necessari a far ritrovare ragioni di vita”. Restano, in ogni caso, “di fondamentale importanza lo studio e l’applicazione, ampliandone la diffusione, delle cure palliative e delle terapie del dolore”. La tutela della salute e l’analisi delle forme più gravi delle malattie “chiamano in causa la Chiesa nell’accogliere il grido di dolore di chi ha smarrito, provato duramente nel quotidiano, il senso stesso del mistero della vita e della morte”. Durante la conferenza monsignor Stefano Russo ha sottolineato che la Chiesa è contro la cultura di morte e dello scarto.
È venuto fuori soprattutto l’essere pro vita da parte della Chiesa, non l’essere contro qualcuno ma al servizio degli uomini e delle donne del nostro tempo. E quindi la Chiesa continuerà ad essere annunciatrice di una vita che vale la pena di essere vissuta. La Chiesa continuerà ad essere testimone di una attenzione nei confronti delle persone. E quinti è contro l’eutanasia, contro quella cultura di morte e dello scarto di cui spesso ha parlato Papa Francesco.
Morti sul lavoro
Nel comunicato si sottolinea che dal presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, è anche arrivato un monito per “la tragedia delle morti sul lavoro, che continua a seminare sofferenza e lutto” in ogni angolo dell’Italia. “Si tratta di un’emergenza – ha affermato il porporato – che chiama in causa governo, istituzioni e società civile e che richiede una strategia nazionale unitaria: bisogna trasformare l’indignazione in fatti concreti, in investimenti precauzionali e controlli adeguati”. Serve cioè “un supplemento di responsabilità da parte di tutti, in particolare degli imprenditori tenuti a garantire ai lavoratori condizioni di sicurezza e di tutela della salute”.
Settimana Sociale
Nel comunicato si ricorda che al Consiglio Permanente è stato presentato il programma della 49.ma Settimana Sociale alla quale prenderanno parte “142 vescovi, 670 delegati di 218 diocesi, tra cui numerosi giovani, in rappresentanza delle comunità ecclesiali che in questi mesi hanno riflettuto a livello locale a partire dall’Instrumentum Laboris”. L’evento prevede “momenti di approfondimento e confronto con esperti, esponenti del mondo politico, ecclesiale, civile e culturale, testimonianze, lavori di gruppo ed elaborazione di proposte concrete.” L’obiettivo è quello di “avviare una transizione ispirata dalla prospettiva dell’ecologia integrale, con un percorso che continui anche dopo la Settimana Sociale”.
Mediterraneo
Nel corso dei lavori, i vescovi hanno ricevuto “un aggiornamento sull’Incontro del Mediterraneo, che si terrà a Firenze dal 23 al 27 febbraio 2022. “L’evento, che – come accaduto a Bari nel 2020 – coinvolgerà i vescovi cattolici di Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, si svilupperà attorno al tema della cittadinanza, nell’ottica della Laudato si’ e della Fratelli tutti”. È questo infatti “un nodo essenziale per affrontare le crisi che viviamo: se la città è il luogo dove la fraternità universale diventa concreta o dove, a causa dell’indifferenza e della diffidenza, si fanno largo la solitudine e la violenza, la cittadinanza non è solo un dato anagrafico, ma lo spazio in cui si costruiscono relazioni di giustizia, accoglienza, crescita comune”.
Congresso eucaristico
Il Consiglio Episcopale Permanente ha poi approvato il tema del Congresso Eucaristico Nazionale: “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale”. Questo appuntamento, che si terrà dal 22 al 25 settembre 2022 a Matera, “è parte integrante del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, in quanto manifestazione di una Chiesa che trae dall’Eucaristia il proprio paradigma sinodale”. A fare da filo rosso alle giornate sarà “il tema del pane che richiama quello della comunione, della partecipazione e della missione, in un’ottica di conversione ecologica, pastorale e culturale”. Il Consiglio Permanente – si legge infine nel comunicato – ha approvato “il messaggio per la Giornata nazionale per la Vita e per la Giornata nazionale del Ringraziamento e ha provveduto ad alcune nomine, fra cui quelle dei membri del Consiglio per gli affari giuridici”.