Il Papa: per la Chiesa e il mondo è necessario il coraggio delle donne
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews – Nel messaggio rivolto ai partecipanti al Convegno internazionale, tenutosi alla Pontificia Università Urbaniana e incentrato sulle donne Dottori della Chiesa e Patrone d’Europa, il Pontefice ha indicato una priorità: “la sensibilità odierna del mondo esige che siano restituite alle donne la dignità e il valore intrinseco” di cui sono state dotate dal Creatore.
Dopo la prima giornata dedicata alle sante Teresa di Gesù, Teresa di Lisieux, e Ildegarda di Bingen i lavori del convegno Internazionale interuniversitario sulle Donne Dottori della Chiesa e le Patrone d’Europa è proseguito, nella giornata dell’8 marzo, ricordando gli insegnamenti di Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta Della Croce. Nel messaggio inviato ai partecipanti a questo evento, Papa Francesco sottolinea che l’eminente dottrina di queste sante “assume un nuovo rilievo in questi tempi per la sua permanenza, profondità e attualità e, nelle attuali circostanze, offre luce e speranza al nostro mondo frammentato e disarmonico”. Tutte queste donne, ricorda il Santo Padre, “hanno in comune la testimonianza di una vita santa”. Il loro esempio – scrive Papa Francesco – mette in evidenza “alcuni degli elementi che compongono quella femminilità così necessaria alla Chiesa e al mondo: il coraggio per affrontare le difficoltà, la loro capacità di concretezza, una naturale disposizione ad essere propositive per ciò che è più bello e umano, secondo il piano di Dio, e una visione lungimirante del mondo e della storia – profetica – che le ha rese seminatrici di speranza e costruttrici di futuro”. “Che i frutti del vostro incontro – sottolinea infine il Pontefice nel suo messaggio – siano stimolo per promuovere quella ‘santità femminile’ che rende fecondi la Chiesa e il mondo”.
Seconda giornata del convegno
La preghiera per la pace in Ucraina, per le vittime e per la conversione dei cuori ha accompagnato il secondo giorno del convegno “Donne Dottori della Chiesa e Patrone d’Europa in dialogo con il mondo d’oggi” promosso dall’Università Cattolica di Ávila, in collaborazione con la Pontificia Università Urbaniana e l’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Si tratta di una iniziativa che intende anche restituire speranza e dare sostegno a progetti di alfabetizzazione e formazione in Libano. Riferendosi proprio al Paese dei cedri, monsignor Youhanna Rafic Warcha ha espresso il proprio ringraziamento per il contributo rivolto al Libano in un periodo molto critico come quello attuale. Nella giornata internazionale della donna il pensiero è andato, in particolare, al dramma di figlie, sorelle, madri e nonne che soffrono a causa del conflitto in Ucraina. E si sono ricordate, in tempi difficili come quello attuale, le straordinarie testimonianze di tre figure di donne che San Giovanni Paolo II, nel 1999, ha dichiarato compatrone d’Europa: Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta Della Croce. Donne che “in epoche diverse – scrive Papa Wojtyla nella lettera “Spes Aedificandi” – hanno dato un contributo così significativo alla crescita non solo della Chiesa, ma della stessa società”. Sante, ha affermato la professoressa Alessandra Bartolomei Romagnoli, che si sono impegnate per “scongiurare la disgregazione dell’Europa cristiana”.
Santa Brigida simbolo di unità
Santa Brigida, nata nel 1303 a Finsta, nella regione svedese di Uppland, è stata sposa, madre di otto figli, vedova, pellegrina, fondatrice, mistica e profetessa. “Indicandola come compatrona d’Europa – ha scritto Giovanni Paolo II nel 1999 – intendo far sì che la sentano vicina non soltanto coloro che hanno ricevuto la vocazione ad una vita di speciale consacrazione, ma anche coloro che sono chiamati alle ordinarie occupazioni della vita laicale nel mondo e soprattutto all’alta ed impegnativa vocazione di formare una famiglia cristiana”. Ricordandone i tratti biografici, suor Maria Concetta Guidi ha spiegato che Santa Brigida “non è rimasta indifferente alle sofferenze delle nazioni europee”. Santa Brigida, ha aggiunto la religiosa, continua ad essere un simbolo “dell’unità e della cattolicità della Chiesa”.
Santa Caterina da Siena
La seconda figura ricordata durante il convegno è stata quella di Santa Caterina, nata a Siena nel 1347. Una donna straordinaria che si è impegnata, come ha ricordato anche Giovanni Paolo II, “per la soluzione dei molteplici conflitti che laceravano la società del suo tempo”: “ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse loro proprietà: consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi la santa e vera giustizia, facendosi padri dei poveri”. La professoressa Giulia Lombardi, della Pontificia Università Urbaniana, ha sottolineato che l’insegnamento di Santa Caterina era universale e per questo da dottore della Chiesa. Padre Alfredo Scarciglia ha ricordato quanto detto da Papa Paolo VI nell’omelia del 3 ottobre 1970 in occasione della proclamazione di Santa Caterina da Siena dottore della Chiesa: “ciò che più colpisce nella Santa è la sapienza infusa, cioè la lucida, profonda ed inebriante assimilazione delle verità divine e dei misteri della fede, contenuti nei Libri Sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento: una assimilazione, favorita, sì, da doti naturali singolarissime, ma evidentemente prodigiosa, dovuta ad un carisma di sapienza dello Spirito Santo, un carisma mistico”. Santa Caterina, ha aggiunto padre Scarciglia, è stata una vera “ambasciatrice di pace”: ha testimoniato che alla pace si può sempre arrivare attraverso il dialogo.
Edith Stein, instancabile ricercatrice della verità
Dal Medioevo si è poi passati all’età contemporanea ricordando la testimonianza di Santa Teresa Benedetta della Croce. “Con Edith Stein siamo in tutt’altro ambiente storico-culturale. Ella ci porta – scrive San Giovanni Paolo II nella lettera “Spes Aedificandi” – nel vivo di questo nostro secolo tormentato, additando le speranze che esso ha acceso, ma anche le contraddizioni e i fallimenti che lo hanno segnato”. Morta martire nel campo di concentramento di Auschwitz, santa Teresa Benedetta della Croce – ha ricordato la professoressa Miriam Ramos – è stata una “instancabile cercatrice della verità”. Il professor Shahid Mobeen ha affermato inoltre che Edith Stein è una figura significativa per cogliere gli elementi essenziali finalizzati ad una formazione umana integrale.
Tre donne forti
Il segretario generale della Comece don Manuel Barrios Prieto ha sottolineato che Santa Brigida di Svezia, Santa Caterina da Siena e Santa Teresa Benedetta Della Croce erano “tre donne forti”: la loro ispirazione veniva dalla “profonda unione con il Signore”. In un tempo in cui l’Europa in parte ha voltato alle spalle a Dio, relegando il Signore in uno spazio in cui prevalgono agnosticismo e relativismo morale, queste donne con i loro insegnamenti – ha aggiunto don Manuel Barrios Prieto – ci dicono che se il nostro Continente non si apre alla dimensione del trascendente, “corre il rischio di perdere la propria identità”. Maria Rosario Sáez Yuguero, rettore dell’Università diu Avila, ha letto infine il messaggio di Papa Francesco rivolto ai partecipanti del convegno.