Crisi politica in Ucraina
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La decisione di ieri del Parlamento ucraino di sfiduciare il governo “destabilizza la situazione” ed è un “atto irresponsabile”. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Viktor Yuschenko, da ieri in visita ad Astana, in Kazakhstan, per la cerimonia di insediamento del capo di Stato kazako Nazarbayev. In Ucraina, intanto, il premier Yekanurov, sfiduciato ieri dal Parlamento per aver sottoscritto l’accordo sul gas con la Russia, ha dichiarato che intende continuare a lavorare alla guida del governo fino elle legislative del prossimo 26 marzo. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
In Ucraina si acuisce la spaccatura politica in seguito all’accordo raggiunto lo scorso 4 gennaio dai governi di Mosca e Kiev sulla fornitura di gas dalla Russia all’ex Repubblica sovietica. Il presidente ucraino, Viktor Yuschenko, e il presidente russo, Vladimir Putin, hanno nuovamente difeso dal Kazakhstan, dove si trovano per l’insediamento del rieletto capo di Stato Nazarbaiev, l’intesa sul nuovo prezzo del metano. Ma questo accordo, che avrebbe dovuto archiviare la cosiddetta “guerra del gas”, torna invece a dividere l’Ucraina.
Controversie dopo l’accordo con Mosca
Ieri, il Parlamento di Kiev ha sfiduciato infatti il governo di Yuri Yekanurov, al quale viene rimproverato di aver sottoscritto un’intesa “inaccettabile”. Secondo i deputati ucraini, l’esecutivo ha ceduto troppo facilmente alla richiesta russa di un adeguamento del prezzo del metano – passato da quasi 56 dollari ad oltre 90 dollari ogni mille metri cubi – mettendo in pericolo l’equilibrio economico del Paese. Ma il voto di sfiducia del Parlamento – ha replicato Yuschenko dal Kazakistan – è “incomprensibile, incostituzionale e sbagliato”. La mozione è stata sostenuta dall’ex premier Yulia Timoshenko, paladina della cosiddetta rivoluzione arancione che adesso si schiera con gli oppositori di Yuschenko. Secondo l’ex premier, l’intesa con Mosca ha piantato in Ucraina i semi di “nuove e forse più profonde crisi”.