Europa Trattato costituzionale: doppio no
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
“E’ necessario giungere ad una posizione condivisa da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea per rispondere collettivamente ai problemi creati dal risultato dei referendum in Francia e nei Paesi Bassi”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal governo italiano al termine dell’incontro a Messina tra il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ed il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso. Sulla situazione dell’Unione, alla quale sarà dedicato il Consiglio europeo del 16 e del 17 giugno, si moltiplicano intanto dichiarazioni e commenti. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Barroso sottolinea come sia importante che il Consiglio europeo invii un messaggio chiaro a tutti gli europei. “Quello che le istituzioni europee non devono fare – sostiene – è di rifugiarsi nella paralisi”. Sull’attuale momento dell’Unione, osserva poi che è prematuro trarre delle conclusioni. Il presidente di turno dell’Unione Europea, il premier lussemburghese, Jean-Claude Juncker, ribadisce inoltre che il doppio ‘no’ franco–olandese al Trattato europeo non deve interrompere il processo di ratifica della Costituzione. Juncker sottolinea anche l’urgenza di comprendere e arginare la recente ondata di euroscetticismo.
Progetto di Europa unita sempre valido
Dopo la valanga di no, uscita dalle urne francesi e olandesi, si teme infatti un effetto domino per le prossime consultazioni popolari: in Lussemburgo, ad esempio, i sondaggi rivelano che i ‘no’, dopo le votazioni in Francia e in Olanda, sono passati dal 24 al 41 per cento. Il referendum nel Granducato si terrà il prossimo 10 luglio e Juncker ha già annunciato che si dimetterà dall’incarico di primo ministro lussemburghese se non vincerà il fronte del ‘si’. I risultati dei recenti referendum sulla Costituzione europea non condannano, comunque, il progetto di un’Europa unita. “Nelle votazioni in Francia e in Olanda – sostiene infatti l’ex presidente sovietico e premio Nobel per la pace, Mikhail Gorbaciov – sono confluite componenti diverse e bisogna capire quali sono le cause di questi risultati”.
Maroni: solido il matrimonio con euro
Il Commissario degli Affari economici dell’Unione Europea Almunia, rispondendo alla proposta del ministro italiano del Welfare Roberto Maroni di tornare alla Lira, precisa che il matrimonio degli europei con la moneta unica è solido. Almunia, che nei prossimi giorni presenterà un rapporto sul deficit eccessivo dell’Italia, rimarca che gli obiettivi prioritari sono: il contenimento dei tassi di disoccupazione, l’adeguamento dello stato sociale, l’incremento della competitività, una più efficace gestione del processo di allargamento ed il miglioramento dei rapporti con Cina, India e Paesi emergenti.