Festa del Battesimo: intervista con il mons. Ravasi
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Sul significato del Battesimo di Gesù e la differenza col nostro battesimo ascoltiamo il prefetto della biblioteca ambrosiana di Milano, mons. Gianfranco Ravasi, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Il Battesimo di Gesù è soprattutto la presentazione del suo mistero. Egli è il Figlio unigenito. Nel battesimo cristiano invece c’è l’uomo peccatore che entra in un sepolcro d’acqua, il fonte battesimale, per rinascere come figlio di Dio, come figlio adottivo.
D. – E’ dunque importante riscoprire il mistero profondo della rivelazione di Cristo e ricordare il mistero del credente che attraverso il battesimo cristiano entra in comunione intima e profonda col mistero di Cristo. A proposito di questa scoperta, dai racconti evangelici sul battesimo di Gesù emerge anche la meraviglia di Giovanni…
R. – Cristo si presenta al Battista nella folla dei peccatori. Lo stupore è quello dovuto al fatto che la figura del Messia si immerga quasi, prima ancora che nelle acque, nella nostra umanità, nella nostra storia fragile, caduca e spesse volte striata dal sangue e dal male.
Battesimo sorgente di tutta la vita
D. – Il battesimo rende tutti i credenti, ciascuno nelle modalità della propria specifica vocazione, corresponsabili della missione della Chiesa…
R. – Il battesimo cristiano non ha solo la funzione di liberazione dal peccato di origine. E’ anche la via che rende il fedele partecipe della vita stessa di Dio. Per questo motivo il battesimo è veramente un patrimonio, quasi la sorgente di tutto l’itinerario di vita del credente.
L’acqua e il Battesimo
D. – L’acqua, sorgente di salvezza per i cristiani, ha rivelato una sconvolgente forza devastatrice in occasione del maremoto avvenuto in Asia. Come interpretare questa tragedia attingendo al patrimonio cristiano?
R. – L’acqua all’interno della Bibbia stessa è il principio del diluvio che viene visto come una sorta di giudizio divino. In realtà noi dobbiamo comprendere meglio la funzione dell’acqua nel presentarsi come un monito rivolto all’umanità. Scoprire che siamo limitati e impotenti, nonostante il nostro orgoglio di trionfatori sulla materia ed il limite stesso della creatura, ci fa comprendere che al di sopra c’è il Creatore.
Dio non abbandona le sue creature
Dio non abbandona le sue creature a se stesse ed è per questo motivo che da questa vicenda non emergono solo dati negativi: infatti, vediamo che tutti gli uomini si sentono più fratelli tra loro. Il limite ci fa scoprire di appartenere a quell’unica famiglia che è la famiglia dei figli di Dio. Proprio questa grande esplosione di generosità, che si segnala in questi giorni, ci dimostra ancora una volta come l’umanità guidata da Dio, anche nel dolore, possa scoprire la grandezza di amore e di trascendenza che la può portare verso l’infinito di Dio.
**********