Territori palestinesi: scheda su Hamas
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Hamas è un’organizzazione fortemente radicata nei Territori palestinesi. Ha un’ala militare che conta su un numero imprecisato di combattenti. Adesso affronta questo nuovo impegno politico. Sul gruppo fondamentalista palestinese, ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il movimento di resistenza islamico Hamas è stato fondato dallo sceicco Yassin nel 1987. Tra gli obiettivi, indicati nello statuto, quelli di distruggere Israele e di creare uno Stato islamico palestinese. Ha partecipato, per la prima volta, alle legislative palestinesi. Ma questa nuova dimensione politica è preceduta da una lunga catena di attentati. La formazione integralista ha rivendicato, finora, più di 250 attacchi costati la vita ad oltre 500 persone. E’ considerata una organizzazione terroristica da Israele, Stati Uniti e Unione Europea.
Dal 1993 attacchi kamikaze
Nel 1993, i militanti di Hamas hanno cominciato ad utilizzare la tragica strategia degli attacchi kamikaze. Il modello di riferimento sono state le azioni degli Hezbollah libanesi. La violenza ed il terrore sono, dunque, le armi privilegiate di Hamas. Ma il gruppo radicale non è solo questo. Il largo consenso di cui gode è dovuto anche all’impegno in attività formative e religiose. Hamas gestisce scuole, ospedali e centri di assistenza per i più poveri. Nella campagna elettorale grande rilevanza è stata data, inoltre, alla lotta contro la corruzione, di cui sono accusati diversi esponenti della classe dirigente palestinese e di Al Fatah, partito fondato da Arafat.
Organizzazione molto attiva anche nel mondo dei media
Hamas può contare, poi, sul sostegno di migliaia di simpatizzanti e riceve finanziamenti da esuli palestinesi che vivono negli Stati arabi. Esistono raccolte in favore di Hamas anche in Europa e in Nord America. L’organizzazione è inoltre molto attiva nel campo dell’informazione con una radio e una televisione, che si chiama Al Aqsa, in omaggio alla grande moschea di Gerusalemme, terzo luogo sacro per i musulmani. I siti internet collegati al movimento integralista sono almeno una decina.
Foto:
By Hoheit (¿!) [CC BY-SA 2.0 de (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/de/deed.en)], via Wikimedia Commons