Il Papa: riscoperta la bellezza di tanti luoghi liberi dal traffico e dai rumori
Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, Francesco ha ricordato che durante il tempo della pandemia molti luoghi sono rifioriti in tutto il loro splendore. La fase che stiamo vivendo, ha aggiunto, richiede una maggiore responsabilità nella cura del creato.
L’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha mostrato volti e angoli delle città che prima nella quotidianità, spesso caotica e frenetica, erano offuscati e deturpati:
“Un altro aspetto su cui la pandemia ci ha fatto riflettere è il rapporto uomo-ambiente. La chiusura ha ridotto l’inquinamento e ha fatto riscoprire la bellezza di tanti luoghi liberi dal traffico e dai rumori. Ora, con la ripresa delle attività, tutti dovremmo essere più responsabili della cura della casa comune”.
È quanto ha sottolineato Papa Francesco dopo l’Angelus esprimendo anche apprezzamento “per le molteplici iniziative che, in ogni parte del mondo, nascono ‘dal basso’ e vanno in questo senso”. “Ad esempio, a Roma – ha ricordato il Papa – ce n’è una dedicata al fiume Tevere”. “Ma ce ne sono tante in tante parti! Possano favorire – ha auspicato il Pontefice – una cittadinanza sempre più consapevole di questo bene comune essenziale”.
Tevere bike
L’iniziativa riguardante il Tevere ricordata dal Papa è “Tevere bike”. L’evento, promosso dall’Associazione Tevere Day con il patrocinio della Regione Lazio, si snoda lungo le sponde del fiume della capitale. Una sfilata di biciclette, e non solo, per testimoniare che si può ripartire. E lo si può fare in sicurezza ritornando a vivere le città in modo sano e consapevole. Tra i vari momenti previsti nell’ambito di questo evento, anche un flashbike a Castel Sant’Angelo. “Il Tevere – ha spiegato Alberto Acciari, presidente dell’associazione Tevere Day, presentando questa iniziativa – è uno dei patrimoni storici, culturali, naturalistici, più rilevanti della città, una risorsa turistica ed economica importantissima ma trascurata. La ripartenza sociale, ecologica ed economica che tutti vogliamo non può prescindere dal suo fiume“.
Relazione con l’ambiente
Al rapporto tra uomo e ambiente sono dedicati, vale ricordare, vari passaggi della lettera enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. Il Papa, in particolare, sottolinea che “non si può proporre una relazione con l’ambiente a prescindere da quella con le altre persone e con Dio”. “Se la crisi ecologica è un emergere o una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della modernità – scrive Francesco – non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali”. “L’apertura ad un ‘tu’ in grado di conoscere, amare e dialogare – si legge inoltre nell’enciclica – continua ad essere la grande nobiltà della persona umana. Perciò, in ordine ad un’adeguata relazione con il creato, non c’è bisogno di sminuire la dimensione sociale dell’essere umano e neppure la sua dimensione trascendente, la sua apertura al ‘Tu’ divino”.
Bellezze riaffiorate
La bellezza di molti luoghi è spesso soffocata da fenomeni negativi, tra cui lo smog, per l’uomo e per l’ambiente. Ma in questo tempo di pandemia le città hanno mostrato un volto nuovo. “La chiusura – ha sottolineato oggi Francesco dopo l’Angelus – ha ridotto l’inquinamento e ha fatto riscoprire la bellezza di tanti luoghi liberi dal traffico e dai rumori”. Il loro aspetto in situazioni di ‘normalità’, invece, è spesso deteriorato da vari fattori. Nell’enciclica Laudato si’, il Santo Padre ricorda ad esempio che, a causa di una crescita disordinata, “molte città sono diventate invivibili dal punto di vista della salute, non solo per l’inquinamento originato dalle emissioni tossiche, ma anche per il caos urbano, i problemi di trasporto e l’inquinamento visivo e acustico”. “Molte città – spiega ancora il Papa nella Laudato si’ – sono grandi strutture inefficienti che consumano in eccesso acqua ed energia. Ci sono quartieri che, sebbene siano stati costruiti di recente, sono congestionati e disordinati, senza spazi verdi sufficienti. Non si addice ad abitanti di questo pianeta vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetro e metalli, privati del contatto fisico con la natura”.
Cura della casa comune
La bellezza di un territorio non è solo una bella istantanea da conservare in un ricordo o in uno scatto fotografico. È soprattutto una esortazione a riflettere sulla creazione e sulle responsabilità dell’uomo nel suo ruolo di custode del creato. Nell’esortazione apostolica post sinodale Querida Amazonia Papa Francesco sottolinea che “attraverso un territorio e le sue caratteristiche Dio si manifesta, riflette qualcosa della sua inesauribile bellezza”. “Pertanto, i diversi gruppi, in una sintesi vitale con l’ambiente circostante, sviluppano una forma peculiare di saggezza”. “Il Signore che per primo ha cura di noi – si legge ancora nella esortazione apostolica post sinodale – ci insegna a prenderci cura dei nostri fratelli e sorelle e dell’ambiente che ogni giorno Egli ci regala. Questa è la prima ecologia di cui abbiamo bisogno”. La saggezza è dunque una delle chiavi cruciali per un sano rapporto dell’uomo con la natura e per vivere, responsabilmente, il prossimo futuro. Perché “ora con la ripresa delle attività – come ha detto Francesco dopo l’Angelus – tutti dovremmo essere più responsabili della cura della casa comune”.