ll Papa: Gesù vuole unità cristiani
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Continuare a pregare per l’unità dei cristiani e riprendere, nell’Ucraina orientale, i tentativi di dialogo per porre fine alle ostilità. Queste le esortazioni rivolte stamani da Papa Francesco all’Angelus, nel giorno in cui si conclude la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Dio – ha detto il Pontefice – ha sete di noi, il diavolo è il padre di tutte le divisioni. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
I cristiani siano uniti
Gesù vuole che i cristiani siano uniti. E’ quanto ha detto il Papa dopo aver ricordato che nel pomeriggio, nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, si terrà la celebrazione a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani:
“E’ una cosa brutta che i cristiani siano divisi. Ma Gesù ci vuole uniti: un solo corpo. I nostri peccati, la storia, ci hanno divisi e per questo dobbiamo pregare tanto perché sia lo stesso Spirito Santo ad unirci di nuovo”.
Il Diavolo, padre delle divisioni
Nel cuore di Cristo – ha aggiunto – “si incontrano la sete umana e quella divina” e la sete dell’unità:
“Eh, quello che voleva Gesù: l’unità di tutti! Il diavolo, lo sappiamo, è il padre delle divisioni, è uno che sempre divide, che sempre fa guerre, fa tanto male”.
Appello per l’Ucraina
Il Papa ha poi espresso preoccupazione per la situazione in Ucraina e auspicato che cessino le violenze:
“Seguo con viva preoccupazione l’inasprirsi degli scontri nell’Ucraina orientale, che continuano a provocare numerose vittime tra la popolazione civile. Mentre assicuro la mia preghiera per quanti soffrono, rinnovo un accorato appello perché si riprendano i tentativi di dialogo e si ponga fine ad ogni ostilità”.
Gesù è Parola vivente
Ricordando il Vangelo di oggi , che ci presenta l’inizio della predicazione di Gesù in Galilea, il Papa ha inoltre sottolineato che Cristo è “la Parola vivente e operante nella storia” e disseta il nostro cuore inquieto:
“Gesù è il compimento delle promesse divine perché è Colui che dona all’uomo lo Spirito Santo, l’acqua viva che disseta il nostro cuore inquieto, assetato di vita, di amore, di libertà, di pace: assetato di Dio”.
Dio ha sete di noi
“Dio facendosi uomo – ha aggiunto il Santo Padre – ha fatto propria la nostra sete, “non solo dell’acqua materiale, ma soprattutto la sete di una vita piena, libera dalla schiavitù del male e della morte:
“Nello stesso tempo, con la sua incarnazione Dio ha posto la sua sete – perché anche Dio ha sete – la sua sete nel cuore di un uomo: Gesù di Nazaret. Dio ha sete di noi, dei nostri cuori, del nostro amore e l’ha messo nel cuore di Gesù”.
Post Angelus
Dopo l’Angelus, ricordando che oggi si celebra la Giornata mondiale dei malati di lebbra, il Pontefice ha espresso la sua “vicinanza a tutte le persone che soffrono per questa malattia”. Il Santo Padre ha anche salutato la comunità filippina di Roma il ricordando che il “popolo filippino è meraviglioso, per la sua fede forte e gioiosa”. Rivolgendosi, infine, ai ragazzi e alle ragazze dell’Azione Cattolica di Roma (Acr), arrivati numerosi al termine della “Carovana della Pace”, ha esortato tutti a proseguire “con gioia il cammino cristiano”. Una ragazzadell’Acr, Sara, ha letto un messaggio di pace:
“Noi tutti siamo una squadra di scienziati impegnati in un grandissimo laboratorio, che è il mondo. Solo lavorando insieme e nel modo giusto e portando a termine i nostri piccoli progetti di pace, possiamo rendere concreto quello universale pensato per noi dal Signore”.