Lettera del Papa agli argentini: l’amore per il mio Paese continua ad essere grande
© Amedeo Lomonaco, il mio articolo su VaticanNews: L’amore per il mio Paese continua ad essere “grande e intenso”. Prego ogni giorno per questo, per “il mio popolo che amo tanto”. E a coloro che potrebbero “sentirsi offesi da alcuni dei miei gesti, chiedo perdono”. E’ quanto scrive Papa Francesco in una lettera di ringraziamento agli argentini, pubblicata dalla Conferenza episcopale dell’Argentina e rilanciata dai maggiori quotidiani del Paese. Agli argentini, che in una missiva gli hanno espresso vicinanza in occasione del quinto anniversario di Pontificato, il Santo Padre manifesta affetto, gratitudine e commozione.
L’unità supera il conflitto
Mi commuove scoprire – scrive in particolare il Papa – che in questa lettera “oltre al saluto rispettoso da parte delle autorità”, si sono uniti i saluti di persone con diverse provenienze, religiose, politiche e ideologiche. “L’unità – aggiunge Francesco – è superiore al conflitto”.
Voi siete il mio popolo
Il Papa assicura, poi, che la sua intenzione è di poter fare il bene. Dio, che mi ha affidato un compito così importante – sottolinea – mi aiuta, ma non mi ha liberato dalla fragilità umana. E per questo come tutti – scrive il Papa – posso sbagliare. “Voi siete il mio popolo, il popolo – si legge nella lettera – che mi ha formato, mi ha preparato, e mi ha offerto al servizio delle persone”. “Anche se ora non abbiamo la gioia di stare insieme nella nostra Argentina – osserva Francesco – ricordate che il Signore ha chiamato uno di voi per portare un messaggio di fede, di misericordia e di fraternità in molti angoli della terra”.
Siate canali di bene e di bellezza
Prego per tutti voi – conclude il Papa – perché possiate essere “canali di bene e di bellezza”, perché possiate portare “il vostro contributo nella difesa della vita e della giustizia”, perché possiate “seminare pace e fraternità”, perché possiate “migliorare il mondo con il vostro lavoro”, perché vi possiate “prendere cura dei più deboli” e possiate “condividere pienamente tutto quello che Dio vi ha donato”.