L’Iran e l’arma del petrolio

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© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●

L’Iran è deciso ad usare l’arma del petrolio in caso di “pressioni o della forza” da parte di altri Paesi. Lo ha dichiarato, stamani, il portavoce del governo ribadendo quanto già affermato, ieri, dal ministro del Petrolio. Negli ultimi mesi, le autorità iraniane hanno più volte avvertito che la Repubblica islamica potrebbe limitare o bloccare le esportazioni di greggio. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

L’Iran non sembra voler cedere alle pressioni internazionali: la Repubblica islamica, infatti, non ha alcuna intenzione di sospendere i processi per l’arricchimento dell’uranio ed è disposta ad utilizzare, secondo il portavoce del governo, qualsiasi strumento per preservare i propri interessi. Per questo, il governo di Teheran ha nuovamente minacciato di usare quella che si può definire “l’arma petrolio”, ovvero il congelamento o la riduzione della produzione di oro nero.

Mercati in tensione

Si tratta di una prospettiva che avrebbe conseguenze deleterie sui mercati internazionali: l’Iran è il quarto produttore mondiale di petrolio e il secondo dell’OPEC. In caso di arresto della sua produzione, il prezzo del greggio – che in questo momento è di circa 70 dollari al barile – potrebbe lievitare. La questione del petrolio iraniano è profondamente legata al programma nucleare del governo di Teheran. Lo scorso 6 giugno, i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e la Germania hanno presentato alla Repubblica islamica un pacchetto di proposte per limitare l’arricchimento dell’uranio.

Arricchimento dell’uranio: posizione dell’Iran ancora irremovibile

Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, aveva fatto sapere che la risposta sarebbe arrivata dopo il 22 agosto. Ma non si può escludere che il governo di Teheran si pronuncerà sul pacchetto di proposte prima del previsto. E’ difficile prevedere, invece, se la Repubblica islamica cambierà le proprie posizioni.

Foto:

By Samir Cabbarov [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0) or GFDL (http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html)], via Wikimedia Commons

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