Missione scientifica al Polo Nord
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Un batiscafo della missione scientifica russa ha toccato il fondo dell’Oceano Artico, ad una profondità di oltre 4 chilometri, all’altezza del Polo Nord geografico della Terra. La missione ha anche finalità geopolitiche. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
“Toccare il fondo ad una tale profondità – ha detto il capo della spedizione russa – è come fare il primo passo sulla Luna”. L’obiettivo ufficiale è quello di studiare i fondali artici. Ma la missione ha in realtà anche finalità geopolitiche: lo scopo, infatti, è anche quello di dimostrare che la dorsale passante per il Polo Nord è una estensione geologica della Russia, consentendo così al governo di Mosca di rivendicare una vasta distesa di ghiacci con i suoi tesori nascosti: gas e petrolio. Nei milioni di chilometri quadrati dell’Oceano Artico ci sarebbero un quarto delle riserve di “oro nero” e di gas naturale del pianeta. Gli esperti parlano di oltre 10 miliardi di tonnellate di idrocarburi.
Artico ricco di risorse
Secondo vari scienziati, le sorgenti idrotermali sottomarine dell’Artico potrebbero poi essere all’origine di depositi di metalli, oro, argento e rame oltre che diamanti. L’area, completamente disabitata, è contesa da Canada, Russia, Danimarca, Norvegia e Stati Uniti. Secondo una Convenzione dell’ONU, ogni Stato può rivendicare la propria sovranità su una estensione di 200 miglia marittime fuori dalle proprie frontiere. La disputa è particolarmente controversa e sembra già aver innescato una nuova “guerra fredda”, alimentata in questo caso non dalla minaccia di imponenti armamenti ma da rivendicazioni possibilmente suffragate da tesi scientifiche.