Nei Paesi in via di sviluppo aumentano occupazione e Pil
Due aspetti positivi della globalizzazione in campo economico, consistono principalmente in un aumento del reddito mondiale complessivo e dell’occupazione nei paesi in via di sviluppo o, come si dice nel nuovo lessico affermatosi internazionalmente, “emergenti”.
Mondo ancora diviso
Il mondo è tuttora diviso in due blocchi, uno sviluppato, che per semplicità faremo coincidere con i circa trenta Stati che fanno parte dell’Ocse (l’organizzazione per lo sviluppo economico con sede a Parigi), e uno, composto da oltre cento Paesi che si dibatte nella ricerca di una soluzione per crescere economicamente. In presenza dei processi di innovazione tecnologica e di globalizzazione i Paesi sviluppati subiscono la concorrenza di quelli emergenti a causa del basso costo del lavoro e della bassa incidenza dei costi del welfare.
Paesi sviluppati e globalizzazione
La reazione dei paesi sviluppati a questa situazione è quella di accrescere i guadagni di produttività provenienti dalle innovazioni tecnologiche e sfruttando a loro volta, attraverso maggiori esportazioni, lo sviluppo dei Paesi emergenti. Finora i Paesi sviluppati sono riusciti non solo a difendersi dalla competizione a basso costo dei Paesi emergenti, ma anche a migliorare come è il caso degli Stati Uniti, il loro saggio di crescita reale.
Flessibilità
Sempre nell’ambito dei Paesi industrializzati, l’aumento della crescita reale derivante dai processi di innovazione tecnologica e globalizzazione si è riversato sull’occupazione in modo diverso da Paese a Paese. Quelli che hanno reagito alle nuove condizioni competitive introducendo flessibilità nelle prestazioni di lavoro hanno più che compensato, come è il caso degli Stati Uniti, la riduzione dei posti di lavoro.
Posti di lavoro e occupazione
Proprio in base all’esperienza americana sono numerosi gli economisti che accreditano la tesi dell’esistenza di un effetto netto positivo sulla creazione di posti di lavoro anche in presenza di globalizzazione ed innovazione tecnologica. Per il complesso dei paesi emergenti la globalizzazione ha determinato effetti positivi, talvolta molto ampi: la liberalizzazione di traffici, unitamente agli “effetti di ricaduta” (spill over effect) dovuti all’applicazione di nuove tecnologie ha accresciuto lo sviluppo reale ed il livello di occupazione.
Nuovo paradigma economico
Ciò ha consentito, almeno finora, di saldare l’incremento del loro benessere con la difesa di quello altrui attraverso maggiori importazioni dai paesi sviluppati e ottimi rendimenti pagati sugli investimenti diretti e su quelli finanziari effettuati dai paesi sviluppati. Questi sviluppi incrociati tra Paesi ricchi e Paesi poveri hanno creato un circolo virtuoso dell’attività produttiva, rafforzando l’ipotesi di una nuova fase positiva dell’economia di mercato caratterizzata da uno sviluppo sostenibile e da bassa inflazione, prontamente ribattezzata “Nuovo paradigma economico”.
Dalla tesi di laurea, nel 2001, di Amedeo Lomonaco: “Limiti e potenzialità del fenomeno della globalizzazione per l’economia contemporanea”.