Nord Iraq: aerei turchi attaccano postazioni di ribelli curdi
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Fonti militari turche hanno dichiarato che, tra domenica e ieri sera, aerei da guerra e soldati hanno attaccato postazioni dei ribelli curdi, sconfinando nel nord Iraq. Si tratta, comunque di operazioni mirate e non dell’inizio di una massiccia incursione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Le fonti di Ankara hanno aggiunto che queste incursioni, già condotte in passato al confine, potranno ripetersi in futuro. Sono operazioni mirate, quelle dei giorni scorsi, che avrebbero provocato la morte di almeno 32 ribelli. Non è ancora partita quindi un’offensiva su larga scala ma restano forti i timori che nella regione si possa innescare una spirale di violenza. Per scongiurare questo scenario, il presidente del Kurdistan iracheno, Massud Barzani, ha chiesto ai ribelli del Partito curdo dei lavoratori (PKK) di porre fine alla lotta armata e di “rinunciare alla violenza e di intraprendere l’azione politica per raggiungere i propri obiettivi”. La presidenza di turno e la Commissione dell’Unione hanno poi condannato gli attacchi compiuti da ribelli del PKK in Turchia.
L’Ue indica la via della cooperazione
L’Unione Europea ha anche sollecitato i governi di Ankara e Baghdad ad affrontare questo delicato momento “attraverso la cooperazione e nel rispetto della legge internazionale”. Ieri, intanto, l’esecutivo turco ha respinto la proposta di cessate-il-fuoco offerto dai guerriglieri curdi. “Il mio governo – ha detto il ministro degli Esteri, Ali Babacan – non negozia con il gruppo terroristico”. In vista di un eventuale attacco, la Turchia continua a schierare truppe al confine con l’Iraq: sono già 100 mila i soldati turchi inviati nell’area. Un’incursione è possibile in qualsiasi momento, dopo la mozione approvata dal parlamento che autorizza operazioni militari in territorio iracheno.