Il nunzio a Parigi: Asia Bibi sia rimessa in libertà
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La figlia e il marito di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte in Pakistan per blasfemia, si trovano in questi giorni in Francia, dove hanno incontrato autorità religiose e civili. Ieri a Parigi, il nunzio apostolico in Francia, mons. Luigi Ventura, ha espresso loro la vicinanza del Santo Padre. Su questo incontro ascoltiamo lo stesso mons. Ventura, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. – Ho espresso soprattutto la preghiera del Santo Padre, consegnando un Rosario benedetto dal Papa, li ho rassicurati, ho ripetuto quello che Benedetto XVI aveva detto nell’udienza del mercoledì di novembre, quando aveva espresso la preoccupazione per la difficile situazione dei cristiani in Pakistan e aveva assicurato la sua prossimità alle vittime della violenza e della discriminazione. Ho quindi sottolineato questa vicinanza spirituale del Santo Padre ad Asia Bibi per la famiglia, auspicando che le sia data la libertà.
Fondamentalismo e libertà religiosa
D. – La vicenda di Asia Bibi, condannata a morte in Pakistan per blasfemia, ripropone anche la contrapposizione tra le spinte del fondamentalismo e il diritto alla libertà religiosa…
R. – Il caso è emblematico. E’ un caso personale, che coinvolge le persone, ma è anche un caso simbolico per i valori che devono trovare spazio per affermarsi. In Pakistan c’è una situazione di legge imposta, però ci sono delle forze, delle realtà che sono dinamiche, che stanno lavorando per l’evoluzione della situazione. La famiglia stessa di Asia Bibi riconosce che tra i musulmani ci sono persone che sono a favore dell’amicizia, del rispetto, della solidarietà, di questa relazione umana più fraterna e rispettosa, ma che al contempo ci sono anche dei radicalismi e dei fanatismi che sono duri da estirpare.
Fanatismo, piaga da estirpare
D. – Fanatismi difficili da estirpare anche se la difesa della libertà religiosa è un valore ed un principio per molti musulmani…
R. – I familiari di Asia Bibi mi dicevano che nell’incontro con l’imam della moschea di Parigi lo stesso imam li ha confortati citando questa frase del Corano: Dio non vuole la morte, ma salvando una persona si salva l’umanità. In questo senso, aveva espresso anche lui lo stesso auspicio di libertà religiosa per tutti. C’è, quindi, la via per lavorare per la soluzione di questo caso che è molto importante, perché la libertà religiosa è legata ad ogni altra libertà.
Percorrere la via della solidarietà
D. – L’auspicio, dunque, è che si possa passare, percorrendo questa via, dalla solidarietà, dalla preghiera, dalla vicinanza ad un cambiamento concreto…
R. – Credo che questo faccia parte di una coscienza e di una maturazione di coscienza, ed è senz’altro utile alla sensibilizzazione. Quelli che sono i sentimenti devono diventare anche azioni politiche.