Il Papa al Convegno Cei: Gesù continua a vivere nella Chiesa
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
“La vicenda di Gesù di Nazaret, nel cui nome ancora oggi molti credenti, in diversi Paesi del mondo, affrontano sofferenze e persecuzioni, non può restare confinata in un lontano passato, ma è decisiva per la nostra fede oggi”. E’ quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio in occasione del Convegno internazionale “Gesù nostro contemporaneo”, apertosi ieri pomeriggio a Roma e promosso dal Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
“Gesù – scrive il Papa – è entrato nella storia umana e vi continua a vivere, con la sua bellezza e potenza, in quel corpo fragile e sempre bisognoso di purificazione, ma anche infinitamente ricolmo dell’amore divino, che è la Chiesa”. “La sua contemporaneità – aggiunge il Santo Padre – si rivela in modo speciale nell’Eucaristia”.
Il card. Bagnasco: non si separi Cristo dalla Chiesa
Dopo la lettura del messaggio del Papa, il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, ha ricordato che la fede rende i credenti contemporanei di Gesù. Separare Cristo dalla sua Chiesa – ha aggiunto – è operazione che conduce alla falsificazione sia dell’uno sia dell’altra:
“Cristo senza la Chiesa è realtà facilmente manipolabile e presto deformata a seconda dei gusti personali, mentre una Chiesa senza Cristo si riduce solo a struttura umana e in quanto tale struttura di potere”.
La Chiesa e il peccato
Anche la Chiesa – ha affermato il porporato – può essere ferita dalla realtà del peccato: “lo scandalo, le infedeltà, le fragilità dei singoli sono sempre possibili”. Ma la Chiesa “santa e insieme sempre bisognosa di purificazione” tende a farsi “trasparenza di Cristo luce delle genti”. Il riduzionismo mediatico – ha concluso il cardinale Angelo Bagnasco – coglie ben poco “dell’aspetto misterico della Chiesa, della sua configurazione comunitaria – spirituale e della sua volontà di conformazione a Cristo”.
Intervista con il cardinale Scola
La vicenda di Gesù non è un fatto legato al passato, ma supera il tempo e conserva sempre la dimensione della contemporaneità. Così il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, intervenendo alla Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa) alla discussione sul libro di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI “Gesù di Nazareth. Dall’ingresso a Gerusalemme fino alla risurrezione”. Amedeo Lomonaco ha intervistato il porporato:
R. – La risurrezione è il fulcro che ci consente di leggere tutte le Scritture e – attraverso la testimonianza dei primi, degli Apostoli, che si è snodata lungo tutta la storia – ci consente di partecipare alla vita nuova che è Gesù. Questa è la forza di questo convegno che stiamo facendo: cercare di aiutarci a capire che Gesù non è un fatto del passato, ma è vivo perché attraverso la risurrezione ha sfondato il tempo e si è reso contemporaneo ogni istante del tempo. E, quindi, può accompagnare la vita di ognuno di noi.
Gesù oggi
D. – Eminenza, come si immaginerebbe oggi la vita terrena di Gesù?
R. – La vita terrena di Gesù non è necessario immaginarla oggi: la immaginiamo per come è stata quando l’ha vissuta, mentre oggi noi siamo coloro che Lui ha voluto e ha scelto affinché la sua presenza continui. Il problema è come viviamo noi, non come vivrebbe Gesù.