Primi Vespri di Avvento
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
“La liturgia, vissuta nel suo vero spirito, è sempre la scuola fondamentale” per farvi diventare “pietre vive nella costruzione della Chiesa e collaboratori della nuova evangelizzazione”. Così Benedetto XVI agli universitari degli Atenei romani e delle Università Pontificie durante la celebrazione, ieri sera, dei primi Vespri della prima domenica di Avvento. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Agli universitari Benedetto XVI indica l’itinerario di fede dell’Anno liturgico:
“Celebrando e vivendo con tutta la Chiesa questo itinerario di fede, sperimenterete che Gesù Cristo è l’unico Signore del cosmo e della storia, senza il quale ogni costruzione umana rischia di vanificarsi nel nulla”.
E’ il Dio vivente che sostiene il cammino
“Nell’Eucaristia il Dio vivente si rende così vicino da farsi cibo che sostiene il cammino”. Viviamo però in un contesto – ricorda il Papa rivolgendosi agli universitari romani – “in cui spesso incontriamo l’indifferenza verso Dio”.
“Ma penso che nel profondo di quanti – anche tra i vostri coetanei – vivono la lontananza da Dio, ci sia una interiore nostalgia di infinito, di trascendenza”.
Una missione
Agli universitari affida quindi una missione:
“A voi il compito di testimoniare nelle aule universitarie il Dio vicino, che si manifesta anche nella ricerca della verità, anima di ogni impegno intellettuale”.
Dio è sempre accanto
Dio è vicino all’uomo. “Gli occhi di Dio – afferma Benedetto XVI – sono aperti su di noi” perché il Signore “è fedele al suo amore”. E’ questa la certezza – aggiunge il Papa – che può condurre l’umanità, anche in questo delicato momento storico, verso “traguardi di pace e prosperità”. Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe “non ha mai abbandonato il suo popolo”. E’ stato sempre il “Dio vicino” e il suo “amore fedele verso l’umanità” – spiega il Santo Padre – è “senza calcolo né misura”:
“Dio non si è chiuso nel suo Cielo, ma si è chinato sulle vicende dell’uomo: un mistero grande che giunge a superare ogni possibile attesa”.
Dio e il tempo
“Dio entra nel tempo dell’uomo nel modo più impensato”:
“Facendosi bambino e percorrendo le tappe della vita umana, affinché tutta la nostra esistenza, spirito, anima e corpo – come ci ha ricordato san Paolo – possa conservarsi irreprensibile ed essere elevata alle altezze di Dio”.
La porta della fede
Benedetto XVI esorta infine tutta la comunità accademica di Roma a riflettere sulla fede. “La fede – sottolinea il Papa – è la porta che Dio apre nella nostra vita per condurci all’incontro con Cristo”:
“La fede cristiana non è adesione ad un dio generico o indefinito, ma al Dio vivo che in Gesù Cristo, Verbo fatto carne, è entrato nella nostra storia e si è rivelato come il Redentore dell’uomo. Credere significa affidare la propria vita a Colui che solo può darle pienezza nel tempo e aprirla ad una speranza oltre il tempo”.