Santa Sede. Messaggio per la fine del Ramadan
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La festa che conclude il Ramadan costituisce un’occasione propizia per rivolgere ai fedeli musulmani “cordiali auguri di pace e di gioia”. E’ quanto si legge nel messaggio per la fine del Ramadan del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Nel testo, firmato dal presidente del dicastero, cardinale Jean-Louis Tauran, e dal segretario del medesimo Pontificio Consiglio, arcivescovo Pier Luigi Celata, si sottolinea che “gli incontri amichevoli” di questi giorni tra fedeli islamici e credenti di altre religioni, specialmente cristiani, offrono l’occasione per rafforzare il dialogo e la cooperazione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il tema scelto quest’anno dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, “Cristiani e Musulmani: insieme per vincere la violenza tra fedeli di religioni diverse”, invita a riflettere sulle cause che portano in varie parti del mondo ad una drammatica strumentalizzazione della religione. Alcune di queste cause sono “la manipolazione della religione a fini politici o di altro tipo, la discriminazione sulla base dell’etnia o dell’identità religiosa, le divisioni e le tensioni sociali”.
Sia perseguito il bene comune
Ma anche l’ignoranza, la povertà, il sottosviluppo, l’ingiustizia “sono fonti dirette o indirette di violenza non solo tra comunità religiose, ma anche al loro interno”. “Possano le autorità civili e religiose – si legge nel messaggio – offrire il proprio contributo per porre rimedio a simili situazioni in vista del bene comune di tutta la società”.
Aprire i cuori al perdono reciproco
Per rimuovere queste cause e arginare la violenza tra fedeli di religioni diverse si devono “aprire i cuori al perdono reciproco e alla riconciliazione per una convivenza pacifica e fruttuosa”. Si deve anche riconoscere e rispettare “la dignità e i diritti di ogni essere umano, senza nessuna distinzione basata sull’appartenenza etnica o religiosa”. Particolare rilevanza – si sottolinea poi nel messaggio – si deve dare “alla formazione al rispetto, al dialogo e alla fratellanza nei vari spazi educativi: a casa, a scuola, nelle chiese e nelle moschee”.
Importanza decisiva dell’educazione
“L’insegnamento dei capi religiosi, ma anche i testi scolastici che siano attenti a presentare le religioni in maniera oggettiva, rivestono, come l’insegnamento nel suo insieme, un’importanza decisiva nell’educazione e nella formazione dei giovani”. In tal modo – si legge infine nel messaggio – sarà possibile promuovere la pace e l’armonia tra le varie comunità religiose.