Scatta la tregua in Libano
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
In Libano è scattata stamani l’attesa e invocata tregua, voluta dall’ONU, tra forze israeliane ed Hezbollah. Diversi soldati dello Stato ebraico sono rientrati in Israele e i guerriglieri sciiti hanno smesso di lanciare razzi. In Libano non sono mancati, comunque, episodi di violenza anche dopo il cessate-il-fuoco: due combattenti sciiti sono stati uccisi da soldati israeliani nel sud del Paese dei cedri. Sulla situazione in Libano, il servizio di Amedeo Lomonaco:
In Libano si è passati alle 8 in punto, le 7 in Italia, dal fragore delle armi ad una nuova fase di cessazione delle ostilità. Un silenzio surreale e carico di speranza ha riempito i primi minuti dopo la tregua. La popolazione libanese, stremata ed abituata a continui boati ed esplosioni, ha potuto constatare l’effettiva applicazione del cessate-il-fuoco. Tregua preceduta, nella notte, da intensi scontri costati la vita a 7 combattenti sciiti e a due riservisti israeliani. Da questa mattina, invece, sembra aprirsi un nuovo scenario: dal cielo libanese sono scomparsi gli aerei da guerra israeliani e, nel sud del Libano, i guerriglieri Hezbollah hanno arrestato il consueto lancio di razzi verso lo Stato ebraico.
Ritiro delle truppe israeliane
Le truppe israeliane, che cominciano a ritirarsi, hanno ricevuto l’autorizzazione ad aprire il fuoco in caso di attacchi. Il ministro della Difesa israeliano, Amir Peretz, ha anche espresso la speranza che si sia creata una nuova situazione in grado di permettere l’apertura di negoziati con il governo libanese e con l’Autorità Nazionale Palestinese. Sull’altro fronte, il ministro delle Finanze libanese ha confermato che la tregua sembra tenere. Le uniche eccezioni riguardano due scontri avvenuti nel sud e costati la vita a due combattenti Hezbollah.
Relativa stabilità
Il cessate-il-fuoco sembra comunque consolidarsi e questo è sicuramente il risultato più importante che rende secondari anche i rispettivi proclami di vittoria lanciati, in queste ore, da Israele e dagli Hezbollah. La relativa stabilità comincia, poi, ad avere primi effetti positivi anche sulla situazione umanitaria: la tregua ha spinto, infatti, migliaia di sfollati a rimettersi in marcia per tornare ai propri villaggi nel sud. L’esercito israeliano ha però annunciato che chiunque fosse trovato lungo le strade meridionali libanesi privo di permesso, rischierà di essere attaccato dai soldati dello Stato ebraico. Secondo fonti ufficiali, sono ancora diverse migliaia i militari israeliani che presidiano l’area.
In vigore in Libano il blocco aereo
Nella terra dei cedri, resta in vigore, inoltre, il blocco aereo, navale e terrestre. Il blocco – ha precisato un portavoce militare israeliano – durerà fino a quando non sarà predisposto un sistema per sorvegliare e prevenire l’ingresso di armi, destinate ai guerriglieri sciiti. Per quanto riguarda i corridoi umanitari, la tregua ha già consentito, infine, la partenza di due convogli del Programma Alimentare Mondiale (PAM) verso la città portuale libanese di Tiro, che non riceveva aiuti da almeno 15 giorni.