Scoperta una fossa comune nel Kurdistan iracheno
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
Un ennesimo attentato nel centro di Baghdad, il ritrovamento di otto cadaveri a Mosul e la scoperta di una nuova fossa comune nel Kurdistan iracheno. Sono gli ultimi sviluppi della difficile situazione in Iraq sulla quale ci riferisce Amedeo Lomonaco:
Ancora un’autobomba nel cuore di Baghdad: lo stesso check point, teatro ieri di un attentato suicida, è stato sconvolto stamani da un nuovo attacco costato la vita ad una guardia nazionale irachena che stava perquisendo la vettura poi esplosa. Sempre a Baghdad due ufficiali della polizia sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco. Gli attacchi della guerriglia continuano a devastare anche la turbolenta provincia di Al Anbar, a nord della capitale: l’esercito statunitense ha reso noto che due soldati americani sono morti, ieri, in scontri tra insorti e forze della coalizione. Un’agghiacciante notizia arriva poi dal Kurdistan dove è stata scoperta una nuova fossa comune dove potrebbero essere stati sepolti oltre 500 cadaveri.
Ritrovati i corpi di 8 uomini
A Mosul la polizia ha ritrovato, inoltre, i corpi di otto giovani uomini. Ed in questo clima di violenze il capo di Stato maggiore americano, il generale Richard Meyers, è arrivato a Baghdad, accompagnato da personaggi dello sport e dello spettacolo, per far visita alle truppe statunitensi. Fonti militari americane hanno annunciato che ogni famiglia decisa a tornare a Falluja riceverà 500 dollari di indennizzo per la distruzione della città. In vista delle elezioni del prossimo 30 gennaio è stato reso noto, intanto, che settantanove liste hanno registrato la loro candidatura: si tratta di settanta partiti e di nove coalizioni.
Morto un luogotenente di Al Qaeda
Sul versante politico, il primo ministro Allawi ha annunciato la morte di un luogotenente del terrorista giordano Al Zarqawi e ha dichiarato che comincerà la prossima settimana il processo ad alcuni stretti collaboratori del deposto presidente iracheno Saddam Hussein. Nel Paese arabo, dove oggi sono stati sequestrati 4 cittadini del Kuwait, continua infine ad essere sempre più difficile la situazione per i cristiani. Negli ultimi tre mesi sono circa 60 mila quelli fuggiti dall’Iraq verso la Siria e la Giordania e venerdì scorso è stato ucciso a Ramadi un medico cattolico. I cristiani rimasti sono meno di 700 mila, il 3 per cento della popolazione.