Soldato israeliano rapito: scaduto l’ultimatum
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
In Medio Oriente, un nuovo raid aereo israeliano condotto nella notte, nel nord della Striscia di Gaza, ha provocato la morte di almeno due palestinesi. Intanto, è scaduto l’ultimatum di 24 ore dei rapitori del militare israeliano sequestrato lo scorso 25 giugno. Lo Stato ebraico ha già respinto, ieri, le condizioni avanzate dai rapitori che chiedevano la liberazione di detenuti palestinesi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il premier dello Stato ebraico, Ehud Olmert, ha detto che Israele “non si arrenderà ai ricatti” dei rapitori del soldato israeliano. “Non negozieremo con i terroristi”, ha ribadito il primo ministro, poco dopo lo scadere dell’ultimatum di 24 ore. Sulla sorte del soldato israeliano arrivano, comunque, importanti rassicurazioni: uno dei gruppi coinvolti nel sequestro ha rivelato che l’ostaggio non verrà ucciso. Il portavoce del governo israeliano ha dichiarato che il caporale “è vivo” ed è stato visitato, nei giorni scorsi da un medico palestinese.
Tank israeliani nel nord della Striscia di Gaza
Ma i sequestratori hanno anche fatto sapere che, d’ora in poi, non verranno fornite informazioni sul militare. I rapitori hanno anche annunciato la fine dei negoziati con la delegazione egiziana, impegnata fino a ieri in una difficile attività di mediazione. Nei Territori, intanto, i tank israeliani stanno lentamente avanzando nel nord della Striscia di Gaza, dove miliziani palestinesi hanno lanciato stamani razzi Qassam verso la città israeliana di Sderot. Nella notte, sono stati uccisi due miliziani palestinesi, uno a Gaza e l’altro a Jenin. E’ stata colpita, in un raid aereo, anche l’università islamica di Gaza, gestita dal movimento radicale Hamas.
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