Terremoto in Cile, intervista con il nunzio, mons. Pinto
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
In Cile, sono oltre 700 le persone morte in seguito al terremoto che ha colpito il Paese. Ma il bilancio sembra destinato a crescere e crescono anche rabbia e disperazione a Concepción, epicentro del sisma, dove sono continuati saccheggi e aggressioni durante tutta la notte. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
A tre giorni dal devastante sisma e dal conseguente maremoto, il ministero della Difesa cileno ha ammesso che la Marina militare ha sbagliato a non lanciare l’allarme tsunami immediatamente dopo il terremoto. A preoccupare adesso sono anche possibili nuove scosse di assestamento e i continui episodi di sciacallaggio. Per arginare questo fenomeno, il presidente cileno, Michele Bachelet, ha firmato il decreto che trasferisce ai militari il controllo della sicurezza nella regione di Concepción.
Imposto il coprifuoco
E’ stato anche imposto il coprifuoco dalle nove di sera alle sei del mattino. Tutti coloro che saranno sorpresi tra le rovine in questo arco orario saranno tratti in arresto dalla polizia. Sul fronte degli aiuti, la Commissione europea ha approvato stamattina lo stanziamento immediato di 3 milioni di euro. In Cile, intanto, la Chiesa locale e in particolare la Caritas si sono subito attivate per sostenere la popolazione. E’ in corso la distribuzione dei primi aiuti nelle aree più colpite. L’arcivescovo di Concepción, mons. Ricardo Ezzati Andrello, parlando ieri sera ad una radio cilena, ha affermato che “la disperazione serpeggia ovunque”.
Servirà anche assistenza psicologica
Ma la forza di spirito – ha aggiunto – è “impressionante” e “tutti sono disponibili ad aiutare”. Commentando gli episodi di saccheggio nei supermercati, mons. Ricardo Ezzati Andrello ha poi detto che “si deve tendere la mano per aiutare e non per rubare”. Nel futuro – ha aggiunto il presule – servirà assistenza psicologica e spirituale, perché molti “sono in condizioni psichiche precarie e con gravi lacerazioni interiori”.
Intervista con mons.Giuseppe Pinto
Sulla situazione in Cile, la testimonianza del nunzio apostolico nel Paese latinoamericano, mons. Giuseppe Pinto, raggiunto telefonicamente a Santiago, da Amedeo Lomonaco:
R. – La situazione è di calma nella capitale, nelle zone più colpite, cioè le città di Concepción, Temuco e Curicó, sono interrotte le comunicazioni. In questa fase, i soccorsi hanno principalmente lo scopo di aiutare un milione di persone rimaste senza abitazione o con case molto danneggiate. Questo sarà il grande problema mentre si avvicina l’inverno. La Chiesa, evidentemente, sta cercando di venire incontro alle prime necessità della gente; per il resto, si sa poco anche di questo perché non abbiamo nemmeno Internet: leggiamo soltanto i giornali e i quotidiani. Fino ad ora hanno reso noto che i danni sono stati gravi soprattutto nei centri storici.
Danni al patrimonio della Chiesa
D. – Quindi anche il patrimonio della Chiesa ha subito ingenti danni…
R. – Esattamente. Le chiese, e alcune belle cappelle presso conventi di suore che sono qui da 150, 200 anni, purtroppo hanno riportato – sembra – danni rilevanti. Per esempio, qui, la Basilica di Nostra Signora della Provvidenza, che è vicina alla nunziatura, ha riportato danni al campanile ma il resto della struttura si è salvato perché si era già pensato a mettere in opera una gabbia metallica.
Opera di soccorso
D. – Religiosi e missionari sono già all’opera per aiutare la popolazione?
R. – Sono sicuramente all’opera, ma abbiamo anche notizie molto frammentarie perché dove il terremoto ha colpito di più, sono saltati tutti i sistemi di comunicazione; questo ci impedisce di sapere come stanno le cose. So di vescovi che hanno incominciato a fare il giro delle loro parrocchie, delle loro chiese. Fino ad ora non ho notizie né di sacerdoti né di vescovi che siano rimasti vittime di questo terremoto così forte, che si è sentito in sette regioni del Paese.
Episodi di saccheggio
D. – Un terremoto nel terremoto sono questi episodi di saccheggio …
R. – Ahimé! Lì, poi, si mettono insieme le esigenze della gente che in quel momento ha perso tutto e ha bisogno di mangiare, con quelli che ne approfittano. E infatti ci sono stati diversi arresti.
Appello del Papa
D. – Ieri all’Angelus si è levata anche la voce del Papa: ha detto che non mancherà la solidarietà di tutti…
R. – Questo intervento del Santo Padre certamente avrà rincuorato tante persone, perché qui la religiosità è forte, specialmente nelle famiglie che vivono nelle zone rurali. Questo intervento avrà poi incoraggiato moltissimi a cominciare dai vescovi, dai sacerdoti, dalle tante religiose che si trovano sul territorio …