Missione Nato in Afghanistan oltre il 2016
© Amedeo Lomonaco, Radio Vaticana ●
La missione della Nato in Afghanistan proseguirà oltre il 2016, Lo ha reso noto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg che ieri, aprendo il vertice della Nato a Varsavia, ha anche annunciato il dispiegamento di battaglioni in Polonia e nei Paesi baltici. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
La situazione in Afghanistan, il potenziamento della Nato nell’Europa dell’Est, sigillato dall’accordo per il dispiegamento di 4 battaglioni in Polonia e nei Paesi baltici, è un punto di svolta della strategia dell’Alleanza Atlantica. Una mossa che si inserisce in uno scacchiere, complicato dal conflitto in Ucraina, dove resta cruciale – ha detto il segretario generale della Nato Stoltenberg – il ruolo della Russia per la sicurezza europea.
Mosca non sia isolata
Mosca – ha aggiunto – “non deve e non può essere isolata”, si deve promuovere “un dialogo costruttivo”. E’ stato raggiunto un accordo storico, ma non si compie – si è ribadito durante il vertice – un passo indietro nella storia:
“We do not want a new Cold War
Non vogliamo – ha detto Stoltenberg – una nuova guerra fredda, la guerra fredda è storia e deve rimanere storia”.
Riferendosi all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, Stoltenberg ha detto inoltre che “la Brexit cambierà le relazioni tra il Regno Unito e l’Unione europea”, ma non “la posizione della Gran Bretagna nella Nato”. Nella dichiarazione comune, firmata a Varsavia dal segretario generale dell’Alleanza Atlantica e dai presidenti del Consiglio e della Commissione europea, si sottolinea infine che “è una priorità strategica” la cooperazione tra Nato e Unione Europea.
Sul summit della Nato, il primo post Brexit e l’ultimo con Barack Obama Presidente degli Stati Uniti, Amedeo Lomonaco ha intervistato Dario Fabbri, analista della rivista di geopolitica “Limes”:
R. – Sta emergendo lo scenario di una Nato che sembra aver ritrovato, almeno formalmente, la sua ragion d’essere: quella di porsi come contraltare alla Russia, quindi la ragion d’essere storica di una Alleanza Atlantica, che aveva perso dopo la fine della Guerra Fredda la sua ragione di vita e che adesso – in seguito agli eventi del 2014, la rivoluzione ucraina e l’annessione della Crimea da parte della Russia, prova a rilanciarsi. Ed è questa la scommessa di fatto a cui stiamo assistendo in questi giorni.
Missione della Nato oltre il 2016
D. – E’ stato anche annunciato che la missione della Nato proseguirà in Afghanistan oltre il 2016. E’ stato ricordato che le nazioni guida, che contribuiscono a questa missione, sono Germania, Italia e Turchia. …
R. – Era di fatto inevitabile ed era già nell’aria da alcuni mesi. Non avrebbe avuto senso di fatto abbandonare l’Afghanistan dopo il 2016 o anche ridurre il numero di effettivi: ad esempio gli Stati Uniti manterranno gli stessi effettivi che hanno al momento, nonostante i piani parlassero di una riduzione. La ragione non è soltanto e soprattutto legata ai talebani, che comunque avanzano verso Kabul, quando – da parte americana – l’intenzione di mantenere una testa di ponte in Asia Centrale, soprattutto in funzione anti-cinese e anti-russa.
Dialogo con la Russia
D. – Ieri, aprendo il Vertice, il segretario generale della Nato ha annunciato che verrà potenziata la presenza militare dell’Alleanza Atlantica nell’Europa dell’Est. Ha anche ribadito che è cruciale il dialogo con la Russia…
R. – Il dialogo è cruciale, perché – come dicevamo – la Nato sta cercando di rilanciarsi: di fatto è stata una Alleanza militare in cerca d’autore e l’autore sembra averlo trovato nuovamente negli Stati Uniti e l’obiettivo nella Russia. Ma in questa fase nessuno vuole la guerra: la Nato non vuole la guerra con la Russia e meno che mai Mosca vuole la guerra con la Nato. Quindi, al di là dei movimenti ai confini fra i due schieramenti che si registrano e che si sono registrati in questi mesi, l’obiettivo è anche parlare con Mosca e allo stesso tempo, però, garantire una certa sicurezza, una certa tranquillità ai Paesi dell’ex-blocco orientale: quindi Paesi Baltici, Polonia, Romania anzitutto, che temono il revanscismo russo.
Il nodo ucraino
D. – Un altro scenario al centro dei lavori al Vertice di Varsavia è quello complesso dell’Ucraina, scossa dalla guerra…
R. – L’Ucraina rimane una sorta di punto congelato. Per il momento le cose rimarranno così: anche nei prossimi anni, e di certo nei prossimi mesi, l’Ucraina resterà un conflitto congelato, con la Crimea che resterà certamente – anche nei prossimi anni, se non per sempre – in mani russe e con l’Ucraina che, almeno in questa fase, non entrerà e nemmeno le sarà proposto di entrare nella Nato.